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Il presente volume nasce dall'attività di riflessione teorica e di indagine empirica condotta dall'Osservatorio italiano sulla trasformazione dei partiti politici. A promuoverlo, assieme ad altri scienziati della politica delle Università di Bologna, Trieste e Catania, sono i due curatori. Il caso italiano è stato oggetto di studio trascurato dalla politologia degli ultimi quindici anni. Lacuna curiosa, se si pensa a quanto l'Italia sia percepita, anzitutto dai propri cittadini, come il paese in cui la politica è sinonimo di governo dei partiti. Il contesto in cui hanno operato i partiti italiani dai primi anni novanta è profondamente mutato. Non solo Tangentopoli ha prodotto scosse di violenta e brusca intensità, ma anche il mondo della comunicazione ha determinato effetti tanto sulle linee strategiche quanto sugli assetti e i referenti dei partiti. Si è colta, solo parzialmente, la novità di Forza Italia in termini di struttura rispetto alla tradizione partitica italiana. Le imitazioni di quel modello sono state numerose quanto inconfessate. Le sfide sempre più pressanti prodotte dall'immigrazione di massa, dai conflitti centro/periferia e dalle nuove povertà sono lì ad alimentare i populismi di oggi e di domani, dopo i leghismi di ieri. La stessa ricomposizione della società che i flussi migratori stanno provocando rende più prevedibile la nascita di movimenti dalle configurazioni ibride, indefinibili rispetto alle tipologie finora prodotte. Il successo dell'antipolitica berlusconiana ha poi indotto molti a dare per defunto il vecchio modello partitico. Annuncio funebre prematuro. La vischiosità dei sistemi politici è notoriamente forte, specie nel caso italiano. "Elettoralizzazione" e personalizzazione paiono le acquisizioni più durature, ma la sfida più grande è la crescente disaffezione e sfiducia verso partiti e politica che il maggioritario ha solo attenuato. Danilo Breschi
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