Ci sono libri che ricavano un senso supplementare dal fatto di essere collocati all'interno di un progetto culturale ben preciso: e questo vale, prima di tutto, per Passaggi d'età. Scritture e rappresentazioni, il volume di saggi curato da Anna Maria Crispino, direttore della rivista culturale "Leggendaria", e dalla giornalista Monica Luongo, entrambe tra le fondatrici della Società italiana delle letterate. Passaggi d'età viene a situarsi, infatti, nel trafficato paesaggio culturale della collana "Workshop", in cui si incrociano e si confrontano diverse discipline, gli interrogativi generano nuova ricerca e il linguaggio articola la densità argomentativa in forme agili. Raccogliendo sollecitazioni e riflessioni maturate durante il dodicesimo seminario estivo residenziale della Sil, il libro indaga la questione fondamentale dei passaggi d'età (e della loro percezione e rappresentazione) agli inizi del nuovo millennio, in una società in cui l'allungamento della vita, ma meglio sarebbe dire della vecchiaia, si fa sempre più evidente e denso di ricadute individuali e collettive, mentre l'immagine della giovinezza assurta a categoria suprema nella rappresentazione mediatica s'infiltra, lusinga allettante ma in qualche modo corrosiva, nelle diverse stagioni dell'età. Sembra quasi che all'interno di questa società liquida, già da tempo teorizzata da Zygmunt Bauman, anche l'età, dopo l'amore, si stia discostando dalle usuali partizioni. Eppure, mentre questa inedita flessibilità sembra illuderci sulla possibilità di un dilatato e dilazionabile presente, rimangono attivi e si rendono di colpo tangibili quelli che le curatrici definiscono "i passaggi, i salti e le soglie dell'età", moduli del cambiamento con cui è inevitabile confrontarsi, e i diversi fuochi prospettici che s'accendono negli interventi di questo volume valgono non solo a illuminarli, ma anche a riposizionarli, offrendone nuove formulazioni. Partendo dalla considerazione del carattere sessuato del tempo, che "aiuta a comprendere non soltanto le difficoltà e la fragilità di donne che sono in continua battaglia con l'apparente inconciliabilità di impegni differenti e divoranti energie e risorse, ma anche le loro diverse concezioni, che non accettano un tempo diviso in blocchi", Barbara Mapelli individua, in quella che con felice espressione definisce "l'ambivalenza delle donne" (e nella loro capacità di intersecare tempi, luoghi di lavoro e di cura), la prerogativa di generare "anche forme nuove di concepire e concepirsi come soggetti morali". Fortemente dubbiosa nei confronti delle tradizionali periodizzazioni dell'età, Anna Rosa Buttarelli ci propone di ripensare alle sette età della vita enucleate dalla filosofa Maria Zambrano (dall'infanzia all'età dell'appagamento finale) come le età della parola, nella convinzione che "comprendere questa differenza cambia tutto, anche le relazioni che attraversano la vita". Di come il discorso sull'età abbia prodotto inedite rappresentazioni letterarie e artistiche, favorendo la nascita di nuove modalità interpretative, ci parlano da prospettive diverse Rita Cavigioli, Luisa Ricaldone e Chiara Carlino. In particolare, Cavigioli ci porta all'interno dei Feminist age studies, che mettono al centro del loro interesse il cosiddetto Reifungsroman o romanzo di maturità, ovvero la narrazione in cui, a differenza del classico romanzo di formazione che celebra l'iniziazione alla vita di un protagonista maschile, la protagonista anziana "fa i conti con le scelte del passato per individuare un tracciato di vecchiaia a lei confacente". Un esempio di tale narrazione, approfonditamente analizzato da Cavigioli, è Apri le porte all'alba di Elena Gianini Belotti. Inoltrandosi in altri romanzi di maturità quali Diario ultimo di Lalla Romano, Rinascimento privato di Maria Bellonci, o Il libro dei bambini di Antonia Byatt, sulla scorta di quello stile tardo teorizzato da Edward W. Said, Luisa Ricaldone offre significativi contributi alla messa a fuoco delle loro peculiarità strutturali ed espressive, ed è nell'ambito di tale prospettiva che Chiara Carlino ci propone di leggere "tra le rughe" di Sidonie-Gabrielle Colette, rintracciando nei suoi ultimi romanzi l'elaborazione di una raffinata strategia per far fronte all'invecchiamento, che è in primo luogo espressiva ma anche esistenziale nel senso più pieno del termine. Altre sollecitazioni arrivano dall'incursione nel territorio artistico compiuta da Cristina Giudice alla ricerca delle motivazioni e delle modalità attraverso le quali cambia la raffigurazione della vecchiaia femminile, e dalle riflessioni di Edda Melon sulla percezione e sulla rappresentazione dell'invecchiamento nell'ultima produzione di Marguerite Duras. Completano il libro, preziosa cartografia per chi voglia inoltrarsi in questo frastagliato territorio di pensieri, simboli e rappresentazioni ancora in buona parte inesplorato, la ricca bibliografia in progress sul tema dell'invecchiamento curata da Edda Melon e Luisa Ricaldone. Maria Vittoria Vittori
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