L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Promo attive (1)
Sandro Campani ha un talento unico: dà voce al bosco, al vento che frusta gli alberi, al profumo della terra dopo la pioggia. E lo fa con una scrittura precisa e implacabile, come un colpo d'accetta.
Alcuni uomini custodiscono segreti, altri invece sono fatti della stessa sostanza dei segreti. Sembrano non avere un passato, o averne troppo. Luchino è uno di questi: imprendibile, amato e odiato da chiunque, invidiato e disprezzato, lontano da ogni cosa eppure sempre cosí presente. Sono i giorni del taglio del bosco, un'occasione che riunisce gli abitanti di una piccola comunità dell'Appennino tosco-emiliano. Ognuno viene a dare una mano, curiosando o bevendo qualche bicchiere in compagnia. Ma non ci sono soltanto i boscaioli e le loro famiglie: le facce note e meno note sono tante. C'è la Betti, proprietaria dell'albergo diffuso, per cui quel taglio è simile a un dolore: il bosco apparteneva al suo Fausto, e da quando lui non c'è piú l'edera e i rovi hanno preso il sopravvento. C'è Francesco, il notaio, che sta cercando quel delinquente di suo figlio. Ricomparirà forse anche Luchino; qualcuno in paese sussurra che è tornato, sebbene ancora nessuno l'abbia visto. Del resto Luchino è fatto cosí: tempo fa se n'è andato là fuori, chissà per quali avventure, e adesso si fa vivo quando piú gli aggrada. Ciascuno dei personaggi pretende qualcosa da lui, ciascuno ha un rancore, un rimorso, una ferita, un conto da saldare, un affetto bisognoso di conferme. Tutti resteranno delusi. Perché da Luchino ognuno di loro ha provato a rubare – uno sguardo, una parola, un modo di stare al mondo –, ma nessuno è mai riuscito a diventare come lui. Anzi, chi lo imitava è finito in rovina.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sempre una conferma Sandro Campani. Una scrittura evocativa che arriva dritta al cuore.
Una noia totale. Dovuto forse alla noia che mi ha procurato, non sono ancora riuscita a finirlo. Ogni pagina, per me, una gran confusione, senza capo nè fine. Lasciato a metà, lo riprenderò forse più avanti.
Romanzo corale, dove il protagonista è sempre celato e narrato attraverso il pensiero e gli occhi di chi racconta le sue personali vicissitudini e “lui” Luchino, figura indefinibile e sfuggente, una emanazione vivente capace di generare sensi di colpa, affetti, smuovere coscienze attraverso il suo essere semplicemente se stesso. Fulcro aggregante della storia ma mai storia lui stesso. Siamo negli amatissimi Appennini, in mezzo a gente di montagna per natura o dovere, i rapporti umani son complicati ovunque, attraverso le nostre maschere, come ci ha insegnato Pirandello, possiamo porci di fronte al prossimo senza grossi traumi. Ma che succede se una sola delle persone che conosciamo non ha maschere sociali e rimane sempre ciò che è?? Una catena di emozioni e emulazioni disastrose si possono scatenare generando eventi in cui non ci si può sottrarre, le coscienze mormorano anche nei più ostinati a non sentire. Tra i vari personaggi, ho amato Francesco in modo speciale, perché racchiude caratteristiche di umanità e fiducia che sono speciali per me. Francesco, Luisa, Oreste, Betti, Catia,Antonello, Danielone, Luchino, Beniamino e Soffione il gatto (❤️) vi faranno vivere una storia che racchiude tante chiavi di lettura, alla fine in ogni libro che ci colpisce, riflettiamo qualcosa di nostro che ci viene rimandato dallo scrittore e dalla storia in maniera unica. Piccolo stralcio che mi ha commosso, in questi giorni di quarantena la cosa che mi manca in maniera esasperata, sono i boschi: “Da quell’altezza infantile, a guardare il bosco svuotato, finito, il calanco di fronte e i campi sopra, il letamaio, la stradina che andava giù all’albergo, tutto sembrava uguale, solo più assonnato. Oppure, una specie di inganno: certi pomeriggi di primavera comincia a fremere tutto, a frusciare una luce ingannevole; gli alberi, l’erba, il letame, le frasche, mi danno una sensazione, come se fossero sostituiti a se stessi nell’attimo in cui sbattevo gli occhi, ed ecco perché fremono;
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore