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Anno edizione: 2020
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Se la science fiction è il realismo dei nostri tempi, Hao Jingfang rivela angolazioni inattese ed estreme da cui osservare il mondo futuro in cui già viviamo.
«La scrittura di Hao si inserisce nel nuovo filone cinese dell’ultra-irrealismo (chaohuan), un nuovo genere ispirato dalla realtà allucinata della Cina odierna» - Eugenia Burchi, Wired.it
Pechino3 è divisa in tre spazi e le ventiquattr'ore di ogni giorno sono state accuratamente organizzate per salvaguardare il tempo e l'aria che respira l'élite, composta da cinque degli ottanta milioni di persone che abitano la metropoli. Tutti gli altri, incastrati nella rigida stratificazione urbana, si spartiscono quello che rimane. Lao Dao è nato nella città pieghevole e lavora in discarica come suo padre. Vive nel sottosuolo, ma per consegnare una lettera in cambio di denaro si intrufolerà negli spazi della classe media e di quella alta, scoprendo l'esistenza di mondi diversi dal suo. Catastrofe ecologica, tecnologie di sorveglianza e disuguaglianze sociali stravolgono il tempo e lo spazio in "Pechino pieghevole", l'emblematico racconto che dà il titolo a questa raccolta, che si inserisce nell'«ultra-irrealismo» (chaohuan), il genere letterario ispirato dalla realtà allucinata della Cina odierna. Negli undici racconti, Hao esplora la fragilità umana alle prese con gli spettri del cambiamento e del possibile, l'intelligenza artificiale e l'automazione, costruendo una narrazione pervasa di sensibilità per quest'epoca di incertezza, solitudine e disorientamento. Se la science fiction è il realismo dei nostri tempi, Hao Jingfang rivela angolazioni inattese ed estreme da cui osservare il mondo futuro in cui già viviamo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
11 racconti, il primo che dà il titolo alla raccolta è talmente ben fatto che poteva diventare un romanzo, se ne hanno altri 3/4 con spunti davvero interessanti (umanità su Cerere, l'Imperatore Qin e gli alieni, la clonazione e la memoria, l'aldilà fantascientifico) e qualche riferimento alla cultura cinese, ma gli altri si riducono a racconti senza personalità, senza ambientazioni particolari o fin troppo occidentali, un peccato perché la fantascienza cinese come critica sociale sembra essere in un buon momento per espandersi anche in Occidente 3 stelle anche per la traduzione dal cinese
Trattasi di una serie di 11racconti brevi ed a volte collegati fra loro. Il primo quello che da il titolo alla raccolta ha vinto il Premio Hugo per la fantascienza. Che dire ... A parte un paio di buone idee forse neppure originali come spunti, come appassionato di Fantascienza e, per quanto possibile della sterminata letteratura cino-giapponese , ho trovato questa serie di racconti, davvero poco o nulla convincenti o appassionanti. Consiglio -ad esempio- Cixin Liu anche se davvero molto più complesso e prolisso
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