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La pedina sulla scacchiera - Irène Némirovsky - copertina
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La pedina sulla scacchiera
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La pedina sulla scacchiera - Irène Némirovsky - copertina
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Descrizione


Tutto incentrato sulla figura del protagonista, Christophe Bohun, attorno alla quale ruotano i due personaggi femminili e quello del padre, un tycoon dell'acciaio, il romanzo "La pedina sulla scacchiera" (1934) è il racconto di una crisi: crisi economica e finanziaria, certo, ma ancor più crisi di un'intera visione del mondo. Christophe ne è tanto il prodotto quanto una delle innumerevoli vittime. La rovina economica del padre, con l'azienda di famiglia in cui si trova a lavorare da modesto impiegato alle dipendenze del detestato socio che l'ha rilevata, è l'impalcatura che lo sorregge economicamente e lo annienta moralmente. Christophe sente di non avere nulla da spartire con questo impero che il padre ha costruito e disperso, lottando senza scrupoli contro tutto e tutti, persino tramando e corrompendo per incentivare le spese belliche. Ma in lui non c'è traccia di rivendicazione ideale o morale, e tanto meno politica; c'è soltanto una pena infinita, un'inettitudine completa, l'assoluta incapacità di reagire e di amare. Christophe non è certo l'unica "pedina sulla scacchiera"; anzi, egli stesso utilizza le sue due donne - la moglie e l'amante - come proprie pedine, da usare o gettare a seconda del suo umore, rendendosi però sempre più conto che la vera scacchiera in cui si sta giocando la sua stessa vita è una realtà che non gli è mai veramente appartenuta e che sempre più lo consuma.
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Dettagli

2016
24 marzo 2016
176 p., Brossura
9788836815302

Valutazioni e recensioni

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Teresa
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24. Per gran parte del romanzo la lucidità non è una caratteristica familiare a Cristophe Bohun, le pion sur l'échiquir della Némirovsky, che si lascia trascinare da un padre dispotico, una moglie irritante e una cugina ossessionata da lui, senza mai agire veramente e consapevolmente. Scritto subito dopo "L'affare Kurilov", "Una pedina sulla scacchiera" è costruito sullo sfondo di una crisi innanzitutto finanziaria e poi sociale, che sembra essere la naturale conseguenze del dissolutismo degli anni venti appena conclusi, e vede come protagonista un uomo che non ce la fa, non riesce a reagire e può solo osservare la propria decadenza. Si lascia trascinare è una vera e propria pedina e, in fondo, incarnazione delle stesse preoccupazioni dell'autrice. All'interno di queste pagine è impossibile cercare consolazione, piuttosto possiamo solo toccare con mano la realtà di quegli anni, leggere le sottili e taglienti insinuazioni dell'autrice e poi annuire tristemente, quando ci si accorge che il personaggio di Christophe non è inventato, è reale e ancora attuale.

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Irène Némirovsky

1903, Kiev (Ucraina)

Scrittrice ucraina di religione ebraica.Irène Némirovsky, figlia di un ricco banchiere ebreo, fin da giovane venne allevata in modo da parlare fluentemente il francese. Della sua educazione si occupò infatti la tata Zezelle, di madrelingua francofona: la madre di Iréne, Anna Margoulis, non si interessava particolarmente alla formazione della figlia. Oltre al francese, la piccola imparerò il russo e l'inglese. Ben presto purtroppo le leggi razziali cominciarono a mordere: la famiglia Némirovsky si trasferì prima a San Pietroburgo, poi in Finlandia, infine in Svezia.Finchè, nel luglio del 1919 si stabilirono definitivamente in Francia, dopo un avventuroso viaggio in nave. Sembrava che tutto fosse tornato come prima: la famiglia comprò...

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