Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 0 liste dei desideri
Il pellegrinaggio cristiano
Disponibilità in 2 giorni lavorativi
12,00 €
12,00 €
Disp. in 2 gg lavorativi
Chiudi

Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori

Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Biblioteca di Babele
Spedizione 5,00 €
12,00 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Biblioteca di Babele
Spedizione 5,00 €
12,00 €
Vai alla scheda completa
Chiudi
Biblioteca di Babele
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Chiudi

Promo attive (0)

Informazioni dal venditore

Venditore:

Biblioteca di Babele
Biblioteca di Babele Vedi tutti i prodotti

Dettagli

1997
732 p.
9788821166082

Voce della critica


recensione di Filoramo, G., L'Indice 1998, n. 2

Recenti avvenimenti, come l'imprevisto successo del viaggio a Parigi del Papa alla fine dell'agosto '97, con centinaia di migliaia di giovani accorsi come "pellegrini" per accedere a quel "luogo santo" in perpetuo movimento che è diventato l'attuale pontefice, hanno riproposto all'attenzione di tutti l'importanza del pellegrinaggio anche nel contesto di una società secolarizzata. Si pensi al successo che ebbe, nel 1978, l'ostensione della Sindone a Torino; alle fortune di Medjugorje fino allo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia; o, ancor prima, al fatto che i grandi santuari mariani sorti in epoca contemporanea, da Lourdes a Loreto, da Fatima a La Salette (ma l'elenco è ben più lungo), continuano a conoscere ogni anno una presenza di milioni di pellegrini; del resto, le previsioni, più o meno catastrofiche a seconda dei punti di vista, di milioni di pellegrini che si accingono a "invadere" (come i marziani o i tifosi in festa) Torino per la prossima ostensione della Sindone o Roma per il giubileo del 2000, sono una palese conferma di questo fatto. Se, a questo sommario ma eloquente elenco, si aggiungono i pellegrinaggi in versione secolarizzata della cultura di massa alla tomba dei vari divi di turno, alla spasmodica ricerca di brandelli di reliquie da esibire come trofei e simboli, difficile sfuggire all'impressione che il pellegrinaggio continui a costituire, come altri aspetti sociali della religione, un fenomeno di rilevante importanza sociale. Ma che cosa può mai significare oggi compiere un pellegrinaggio? A che metamorfosi è andato incontro nel tempo, in particolare nella storia cristiana? Chi sono i pellegrini, da che motivazioni sono mossi, quali fini perseguono?
Nelle intenzioni di Lavarini, "Il pellegrinaggio" avrebbe voluto essere un'introduzione, storica e sociologica, al pellegrinaggio cristiano, in grado di rispondere in modo attendibile a questi e ad altri consimili interrogativi. In realtà, si tratta di un lavoro pretenzioso, che può fungere al più, purché consultato con cautela, da "Bignami" del pellegrinaggio cristiano. La sua mole non deve trarre in inganno: essenzialmente compilativo, infarcito (a parte i soliti refusi che ormai riempiono troppi libri: la traduzione del lavoro dei Turner ne è un ulteriore esempio) di errori nella parte storica con cui l'autore non dimostra troppa dimestichezza (p. 24: il Concilio di Trento viene indetto nel 1563, che è invece la data della chiusura; a p. 32 al povero Plotino viene attribuita una inesistente polemica contro i pellegrinaggi; p. 102: il tempio di Gerusalemme viene ingrandito da Erode nel 20 d.C., quando il sovrano era ormai morto da un pezzo; a p. 106 Tito viene fatto imperatore nel 70, quando lo sarà solo nel 79, e così via), il libro diventa interessante quando il lettore sopravvissuto alle prima 500 e rotte pagine di stucchevole ricostruzione storica, abbandona il territorio del riassunto e della compilazione per entrare in un territorio sul quale Lavarini (che è, tra l'altro, coordinatore del settore cultura e turismo della Compagnia di S. Paolo e preside della Turischool) sembra muoversi più a suo agio: quello del "turismo religioso" tipico del pellegrinaggio contemporaneo, qui esemplificato in particolare alla luce del caso di Lourdes e dei santuari mariani che tra Ottocento e Novecento, soppiantando la maggior parte dei santuari locali, hanno attratto in genere la folla dei pellegrini cattolici. L'ultimo capitolo, in particolare, relativo ai pellegrinaggi nel XX secolo, ricco di dati statistici e di informazioni interessanti, ha anche il merito di affrontare il tema scottante della pastorale relativa a questo fenomeno, che anche nella consapevolezza dei responsabili oscilla tra turismo e penitenza, tra profano e sacro, riproponendo, al passo coi tempi, una dicotomia, quella tra aspetto ludico e penitenziale, tipica del pellegrinaggio medievale.
Di ben altro livello il libro dei coniugi Turner. Nonostante gli anni trascorsi dalla prima edizione nel 1978 (e nonostante la deviante introduzione di Lombardi Satriani, che non sfugge alla trappola narcisistica del genere, indulgendo corrivamente a compiaciute citazioni delle ricerche sue e della sua cerchia, trasformando così l'occasione di rivisitazione critica di un testo importante in una "apologia pro vita sua"), continua a costituire una riflessione originale e stimolante del fenomeno. Alla base, la nota dicotomia di Victor Turner tra struttura e "communitas", resa celebre da un classico dell'antropologia come "Il processo rituale". Anche il pellegrinaggio cristiano, oggetto dell'analisi, possiede alcuni tratti di liminalità, come la liberazione dalla struttura mondana, l'omogeneizzazione di status, la semplicità di abbigliamento e di comportamento dei pellegrini, l'esistenza di dure prove. A differenza, d'altro canto, dei riti di passaggio tribali, esso è essenzialmente e costitutivamente un fatto di scelta individuale, un dato etico: per gli autori, "all'interno dell'istituzione del pellegrinaggio la libertà umana ha compiuto un passo in avanti storico". Anche quando si istituzionalizza, conserva i tratti anarcoidi delle origini, che riemergono in epoca contemporanea, sotto forma di revivalismo cattolico, nella dimensione apocalittica che contraddistingue, ad esempio, i messaggi della Vergine di La Salette o di Fatima. Nella rilettura dei Turner, inoltre, la "struttura" del pellegrinaggio, nelle sue costanti di lunga durata, permette, attraverso l'analisi della sua dimensione "popolare", di rivalutare la persona comune e anonima e i suoi impulsi profondi. In fondo, ciò che i pellegrini cercano è "il corpo dello spirito", è cioè una ricerca di esperienza, che si configura prima di tutto, secondo il ritmo ternario tipico dei riti di passaggio, come abbandono della quotidianità per pervenire, attraverso quella condizione iniziatica particolare che è il viaggio, a quell'incontro col sacro, presente nel santuario, che prelude al ritorno, in una condizione di rinnovamento, alla vita normale. Il pellegrinaggio si trasforma così in una sorta di misticismo estroverso, vissuto da quella soggettività particolare che è la "communitas" dei pellegrini.
I Turner individuano in sostanza due tipi di pellegrinaggio storico: quello medievale, che dura fino allo scoppio della Riforma; e quello, soprattutto mariano, che rispunta nell'Ottocento dopo un lungo periodo di eclisse come conseguenza degli attacchi della Riforma, della critica illuministica e del sorgere, all'interno stesso della Chiesa settecentesca, di posizioni illuminate di critica verso queste e consimili forme di pietà popolare. Gli altri due tipi evocati, quello prototipico, legato cioè, come nel caso del pellegrinaggio a Gerusalemme, alla necessità del pellegrino di santificarsi rivivendo il dramma del Cristo nel luogo di fondazione; e quello sincretistico, conseguenza a sua volta dell'incontro del modello controriformistico esportato in America latina con le varie forme della tradizione religiosa indigena (si veda il magistrale capitolo dedicato all'analisi del caso messicano), completano un quadro che è storico e socioantropologico nel contempo.
Impossibile anche solo accennare alla messe di spunti disseminata nel libro. Tornando all'oggi, sempre valida mi sembra l'osservazione in base alla quale il pellegrinaggio si pone, nella sua interezza di "campo" culturale stratificato e complesso, e di realtà dinamica che tende a mediare universale e particolare, globale e locale, come un "commento metasociale" ai problemi dell'epoca, dunque anche della nostra. Come un magnete culturale, grazie anche alla ricchezza dei suoi simboli, attirando nella sua sfera d'azione gli aspetti più diversi della pratica religiosa, esso può svolgere le funzioni più diverse: da fattore di identità nazionale a elemento di coesione religiosa. In un sistema destabilizzato come il nostro, in cui "la vita è diventata un lungo pellegrinaggio, senza una mappa o uno scopo sacro", il pellegrinaggio, religioso o secolare, non ha, dunque, cessato di svolgere il suo compito.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Informazioni e Contatti sulla Sicurezza dei Prodotti

Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.

Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafetyibs@feltrinelli.it

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore