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Samuel Beckett, Alain Tanner, David Lynch. Tre diversi percorsi, tre ipotesi cinematografiche e filosofiche alla ricerca di un senso complesso del momento audiovisivo. Si tratta di un itinerario tra cinema, filosofia e letteratura, da cui è possibile far emergere una riflessione su concetti come identità, visione, espressione. Si cerca di delineare le forme di un pensiero del cinema che sappia esprimere anche un preciso itinerario di ridefinizione dei processi cinematografici stessi, intesi come momenti di continua, costante rifrazione e problematizzazione dell’identità. Nella prospettiva di poter ricondurre i processi della visione a un’ipotesi di nomadismo e di moltiplicazione dei piani della conoscenza. I cortometraggi realizzati da Beckett per la televisione, Requiem di Tanner e Mulholland Drive di Lynch si pongono innanzitutto come esperienze della visione, come ipotesi concettuali ricche di senso anche in prospettiva di una discussione sul nostro rapporto con la realtà, con il mondo e con la conoscenza nel contesto postmoderno.
Gabriele Biotti è laureato in Storia e Critica del Cinema presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Si interessa in particolare al rapporto tra cinema e modernità e alle connessioni tra immagine e pensiero, tra cinema e filosofia, tra testo, visione e parola. Svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena, con un progetto sul rapporto tra parola e immagine in alcuni momenti del cinema moderno europeo (Rohmer, Resnais, Marker e Greenaway). Ha pubblicato Il cuore della visione. Su ‘Lo Sguardo di Ulisse’ di Theo Angelopoulos (Prospettiva, Civitavecchia 2005).
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