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Pensieri della mosca con la testa storta - Giorgio Vallortigara - copertina
Pensieri della mosca con la testa storta - Giorgio Vallortigara - 2
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Pensieri della mosca con la testa storta

Descrizione


Secondo molti studiosi la coscienza sarebbe legata alla quantità e alla complessità degli elementi del sistema nervoso. Sulla scorta di nuovi dati emersi dagli studi sulle capacità cognitive degli organismi dotati di cervelli miniaturizzati, come ad esempio le api o le mosche, Giorgio Vallortigara sviluppa in questo libro affascinante una prospettiva minimalista antitetica a quella convinzione.

«In questo libro il nostro autore ci racconta un gran numero di gustosissime storie sul funzionamento dei cervelli delle specie animali più diverse, ripercorrendo così per noi molti studi di nerurobiologia degli ultimi decenni» - Edoardo Boncilli, la Lettura

Distaccandosi dai modelli oggi più comuni nell'ambito delle neuroscienze e della filosofia della mente, Giorgio Vallortigara avanza la tesi originale che le forme basilari dell'attività cognitiva non abbiano bisogno di grandi cervelli, e che il surplus neurologico che si osserva in alcuni animali, tra cui gli esseri umani, sia al servizio dei magazzini di memoria e non dei processi del pensiero o della coscienza. Il substrato più plausibile per l'insorgere di quest'ultima va piuttosto ricercato in una caratteristica essenziale delle cellule, la capacità di sentire. Una capacità che si sarebbe manifestata per la prima volta quando, con l'acquisizione del movimento volontario, gli organismi elementari hanno avvertito la necessità di distinguere tra la stimolazione prodotta dalla propria attività e quella procurata dal mondo esterno, l'altro da sé. L'esistenza di un minimo comune denominatore tra noi e le forme di vita più umili ci allontana una volta di più dal concetto cartesiano dell'animale-macchina – e solleva interrogativi etici ai quali non potremo a lungo sottrarci.

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Dettagli

2021
25 febbraio 2021
221 p., Brossura
9788845934964

Valutazioni e recensioni

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Paolo
Recensioni: 5/5
mosca

Titolo originale per questo saggio sulla genetica e sullo sviluppo delle neuroscienze. Argomento molto intrigante per un lettore curioso che non sa di possedere 86 miliardi di neuroni nel proprio cervello. Nel libro vengono confrontati ai 960 mila neuroni di un ape. Dal confronto l'autore sostiene che noi umani ne abbiamo troppi inutilizzati. Siamo tutti in attesa che qualche altro scienziato ci spieghi cosa ne facciamo di questa sovrabbondanza neuronale. Nel frattempo possiamo leggere questo libro di così inusuale argomento.

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Teo
Recensioni: 2/5
Un po' deluso...

Inizialmente ho trovato il libro molto interessante, perché parlava delle capacità cognitive di alcuni insetti che contraddicono il luogo comune per cui a cervelli più voluminosi corrispondono maggiori capacità cognitive e viceversa. A partire dal capitolo 11 (su 23), però, l'autore inizia a parlare di ipotesi circa l'origine della coscienza. Secondo me avrebbe potuto fare a meno di questa seconda parte. In primo luogo, non spiega davvero l'origine della coscienza, ma solo l'origine della distinzione tra sé e non-sé (una distinzione che anche alcuni tipi di cellule, alcuni software informatici, ecc., riescono a operare, senza per questo essere coscienti). Di fatto, l'autore non risolve il "paradosso dello zombie filosofico" (che afferma che potremmo svolgere tutte le nostre attività cognitive e comportamentali in modo perfettamente funzionale senza esserne coscienti, e che quindi non c'è una spiegazione evolutiva per la comparsa della coscienza). Al contrario, afferma cose abbastanza ovvie, come che la distinzione tra sé e non-sé sia stata resa necessaria dalla comparsa della capacità di movimento attivo negli animali. L'idea veramente innovativa dell'autore, relativa al ruolo svolto dai meccanismi di feedforward, viene spiegata in modo contorto usando quasi metà libro, quando è sufficiente il capitolo di riassunto per capirla bene (anzi, meglio!). Quindi la seconda parte sembrava un libro di filosofia o psicologia, più che di neurobiologia o etologia (infatti ho scoperto che l'autore è psicologo).

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alida airaghi
Recensioni: 5/5

Confrontando i risultati di studi recenti sull’attività cognitiva di organismi dotati di cervelli miniaturizzati, l’autore di questo affascinante volume afferma che anche gli esseri viventi più minuscoli sono forniti di facoltà basilari di pensiero. Qualcosa ci accomuna, noi esseri umani dominatori del mondo, con le bestioline tormentanti che ci infastidiscono con il loro ronzio, le zampette pelose posate sulla tovaglia, le punzecchiature brucianti. Ovviamente non hanno la nostra intelligenza complessa, ma non sono prive di una loro specifica consapevolezza: sono infatti creature che hanno esperienza del mondo, creature senzienti che nel corso della storia naturale hanno incorporato alcuni semplici stratagemmi per risolvere problemi specifici atti a garantirne la sopravvivenza. A dimostrazione che non esiste correlazione tra la grandezza dei cervelli e la loro sofisticatezza cognitiva, l’autore afferma: “cervelli piccoli, in termini di numero assoluto di neuroni, possono comunque funzionare bene se hanno dei vantaggi circuitali rispetto ai cervelli grandi, dotati di un maggior numero assoluto di neuroni”. Le forme essenziali del pensiero, già dagli albori della costituzione dei cervelli, sono quindi le stesse in tutti gli organismi animali, nella loro manifestazione immediata e implicita, necessitando di un numero modesto di cellule nervose; e si sono perfezionate nell’arco di millenni più per quantità che per qualità. Concludendo la sua avvincente narrazione, Vallortigara sostiene (con la modestia di chi pone quesiti senza avere la presunzione di avere raggiunto una verità definitiva e incontestabile) che la coscienza non è misteriosamente emersa solo al raggiungimento di un certo grado di complessità del sistema nervoso, come ritenuto comunemente finora, ma che “semplici computazioni condotte da poche, umili e umide cellule” le abbiano fornito un substrato plausibile nella sua manifestazione essenziale: la capacità di sentire e di avere esperienze.

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Conosci l'autore

È professore ordinario di neuroscienze e direttore Vicario del Center for Mind/Brain Sciences dell'Università di Trento. È anche Adjunct Professor presso la School of Biological, Biomedical and Molecular Sciences dell'Università del New England, in Australia. È autore di più di 170 articoli scientifici su riviste internazionali (con oltre 3000 citazioni) e di alcuni libri a carattere divulgativo: Altre Menti (Il Mulino, 2000), Cervello di gallina. Visite (guidate) tra etologia e neuroscienze, (Bollati-Boringhieri, 2005, vincitore del Premio Pace per la divulgazione scientifica nel 2006) e del recente Nati per credere (con V. Girotto e T. Pievani, Codice, 2008). È nell'editorial board delle riviste scientifiche internazionali....

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