Leopardi progressivo. Il pensiero di Leopardi. L'officina dello Zibaldone. Naufragio senza spettatore

La recensione sembra più "complessa" e meno "comprensibile" delle parole del testo che fa parte della lunga stagione di "decifrazione" del complesso pensiero del poeta. Una stroncatura di un libro del tutto ingiustificata.

Una relazione poco convincente e mal riuscita, sicuramente obsoleta, dell'Ontologia leopardiana. Di continuo gira su se stessa, senza mai decollare, le frasi si avviluppano come verminaio in concetti apparentemente prospettati fra l'esistenzialismo ermeneutico del "marchigiano" e una più vasta teoretica di bassa intensità, e dunque stancante; anche scarsamente attraente a livello filosofico, anzi, sono stancanti persino le pagine, quasi tutte, in cui mezza riporta l'Opera di Leopardi e l'altra mezza sembra essere commentata, quanto meno spiegata mediocremente con termini tanto pretenziosi quanto mediocre è la struttura filosofica sostenitrice del volumetto. L'Opera leopardiana si sarebbe meritato ben altro: immagino magari un G. Deleuze, un Croce, un G. Simmel, oppure un A. Banfi cimentarsi con l'Opera del più grande poeta italico, dopo Dante.