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I.
Il 30 novembre, ultimo giorno di servizio, il commissario Höchstettler della polizia cantonale di Berna non si presentò al suo ufficio sul Ringhof.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un frammento, un libro incompiuto di un genio stanco che cercava di riprendere i fasti del giallo. IN sè quetso frammento è molto bello, alcuni passaggi sublimi. Lontano da La Promessa ma lontano anni luce dal giallo di basso livello di oggi. Da consigliare se amate questo autore e volete leggere tutte le sue opere.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lasciato incompiuto alla morte dell'autore nel 1995, Il pensionato di Friedrich Dürrenmatt viene presentato da Casagrande in una eccellente traduzione, nella versione completata da Urs Widmer, e con una postfazione di Peter Ruedi. Il romanzo utilizza la struttura del poliziesco per proporre una lunga meditazione sui temi della giustizia e della legge, sulle scelte individuali e sugli effetti, a grande e a piccola scala, di tali scelte. Il prepensionamento del commissario Hochstettler, potrebbe insinuare una vena umoristica nella narrazione: socialmente discusso, pluridivorziato e inviso ai superiori, con la tendenza a dire le cose sbagliate alle persone sbagliate, sopravvissuto a una carriera monotona e priva di promozioni o onori, Hochstettler diventerebbe facilmente una macchietta se la sua storia non fosse il frutto di scelte meditate, di una moralità espressa attraverso una rinuncia alle convenzioni burocratiche e politiche della carriera, dell'accettabilità. Nell'imminenza della pensione, Hochstettler si avvia nell'inverno bernese per tirare le ultime somme, risolvere gli ultimi misteri. Il lavoro svolto da Widmer nel completamento del testo di Dürrenmatt è più che soddisfacente, e l'apparato metatestuale che include un capitolo alternativo permette al lettore di affrontare il testo non solo come opera narrativa, ma anche come occasione per esplorare i meccanismi della scrittura di un maestro. La prosa tersa, la caratterizzazione minimalista ma precisa e la generale lievità del testo fanno di questo esile volume un'esperienza al contempo piacevole e illuminante. Davide Mana
"Siamo commedianti, Ellenberger, commedianti. L'unica differenza tra noi è che tu giudichi secondo la legge e io dovrei agire secondo la legge. Dovrei."
Uno scrittore come Dürrenmatt non lascia mai delusi. Disgregatore del genere giallo, irriverente nella morale e dissacratorio nel presentare il perbenismo della borghesia dei suoi tempi, in quest'opera, il cui progetto data 1969, Dürrenmatt affronta il tema della giustizia.
Protagonista è un commissario di polizia (anzi un capitano, ma lui stesso si è "autodegradato" a semplice commissario), Höchstettler, nel suo ultimo giorno di servizio e nel suo primo giorno da pensionato. La carriera nella polizia era stata compromessa dalla cattiva abitudine di sposarsi e di divorziare: al momento del pensionamento era arrivato infatti al settimo matrimonio. Nella cultura dominante questa "debolezza" appariva particolarmente grave e il perbenismo, diffuso nella compunta Svizzera contemporanea, avrebbe preferito che, invece di sposarsi, Höchstettler avesse delle amanti, magari anche in numero superiore alle sue effettive mogli, ma così avrebbe evitato di suscitare pubblico scandalo. Il perché di tante unioni e di tanti fallimenti ci viene chiarito dallo stesso protagonista: dopo alcuni mesi di passione e di attenzione, la sua distrazione, i suoi silenzi, la sua indifferenza, allontanavano in modo irrecuperabile le donne che avrebbero preteso almeno un po' di attenzione e di affetto.
L'interesse che il romanzo suscita non nasce dalle vicende sentimentali del suo protagonista quanto dalla tesi di fondo: la giustizia vera non sempre si identifica con quella voluta dai legislatori, le regole, le norme che i commissariati e le prefetture impongono talvolta si scontrano con un autentico spirito di giustizia. Da tempo Höchstettler aveva compiuto delle scelte personali e si era preso delle libertà interpretative che non coincidevano con la rigidità dei suoi superiori e, talvolta, anche con le leggi stesse. Ad esempio alcune infrazioni alle norme, alcuni furti, o comportamenti abitualmente considerati criminosi, anche se scoperti e ben identificati nel loro autore, erano stati da lui lasciati volutamente impuniti. E quali sono le prime azioni che compie non appena entrato nella categoria dei pensionati? Va a visitare alcuni personaggi (rapidamente ma molto efficacemente tratteggiati da Dürrenmatt) della piccola malavita che aveva scelto di non punire. Anzi, partecipa addirittura ad un furto, dando consigli e soprattutto giudizi sull'abilità di ladri, anzi sulla carente professionalità, dei suoi momentanei complici. La fine del libro è particolarmente interessante: ogni potente ha qualcosa che è meglio non far pubblicamente sapere e nessuno deve ergersi a giudice delle altrui debolezze. La vita privata inoltre è un ambito estremamente delicato, Höchstettler stesso aveva patito, a causa dei suoi innumerevoli divorzi, un blocco di carriera e ora, di fronte all'omosessualità di una o alle innumerevoli relazioni della figlia adolescente dell'altra autorità, si oppone all'uso in funzione politica di queste rivelazioni.
Chiara è l'attualità delle tematiche del libro, sia per quanto riguarda il problema della legge che per l'uso pubblico che viene troppo spesso fatto della vita privata dei politici. L'ironia con cui queste problematiche vengono trattate permette al lettore riflessioni spontanee e immediate, mai frenate dalla pesantezza o dalla supponenza di tanti maître à penser contemporanei.
A cura di Wuz.it
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