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Per amore di Lisa Ginzburg, Marsilio edizioni, è un romanzo sulla storia di un amore complicato e “impossibile”, la storia di un uomo e una donna diversissimi, in cui giocano un ruolo importante le distanze non solo geografiche ma soprattutto culturali dei due protagonisti.
Lei giovane documentarista italiana con radici pugliesi, abitante in Francia, conosce durante una trasferta di lavoro un ballerino brasiliano bellissimo e carismatico. Dopo una breve vacanza in Spagna i due decidono di andare a vivere insieme fino a che la relazione si volge in matrimonio. Ha inizio una lunga storia d’amore, romantica ma costellata di sfide. A dividere Vituca “il soprannome che lui le ha inventato: un suono che la incanta e la tiene stretta, ogni volta” (pag.80) e Ramos ci sono le differenti classi sociali di origine, il colore della pelle, le distanze geografiche e il diverso approccio al sentimento. A dispetto di tutto i due cercano di far sopravvivere il loro amore con vera ostinazione. Ma è la donna che desidera sopra ogni cosa l’esclusività del rapporto; lui, al contrario, oltre a lei si divide tra la danza, il clan familiare e la sua terra. Lisa Ginzburg ha voluto raccontare la forza misteriosa e potente di questo amore, così trascinante da ignorare la realtà della natura dei due protagonisti. Tuttavia, nonostante vi siano delle affinità molto forti il rapporto non decolla mai pienamente perché le differenze e culturali e sociali inevitabilmente dettano un allontanamento tra i due.
Per amore permette al lettore di avvicinarsi ad una realtà umana di rara intensità. L’autrice ripercorre il faticoso viaggio a ritroso nel tempo che la protagonista s’impone per ricomporre i tasselli di una relazione durata anni. Quello che emerge prorompente dal narrato è la terra brasiliana, “un Paese dove i sentimenti trovano i sensi per esprimersi, o consumarsi fino a dissolversi, o sabotarsi”. E Vituca va in questa terra per stare vicino al suo uomo, per essere al fianco di Ramos, nel bairro popolare dove lui vive, ma si trova costantemente circondata dalla sua numerosa famiglia e da un corteo di gente varia, amici e conoscenti, opportunisti e ammiratori, tutti sempre pronti a diventare per lui priorità e lei deve soltanto continuare ad adattarsi. Neppure l’attraversare continuamente le frontiere, tra sfiancanti voli intercontinentali, ha reso possibile l’impossibile. Alla fine, sopraffatta, lascia la presa. Capisce che non potrà mai avere Ramos tutto per sé, perché – come una preda – non può essere tenuto in gabbia.
La vicenda è intessuta di tenerezza e di violenza, di vita e di morte. Ramos custodisce un segreto che Vituca scoprirà solo dopo la perdita improvvisa e violenta del suo uomo. Per amore consegna al lettore un romanzo ricco di pagine intense, di parole che conquistano piano piano. La protagonista, proprio nel momento in cui capisce che questa storia può essere raccontata e scritta, individua la via per unirsi spiritualmente al marito. Così il suo viaggio interiore le permette di accogliere il lato d’ombra di questo rapporto, “solo lui – scrive la Ginzburg – ha voluto possederne l’enigma, il mistero, il buio e la luce”. E proprio nel finale quando il ritmo sembra precipitare, subito dopo leggiamo una scena colorata di serenità e di speranza.
Recensione di Clara Domenino.
Lisa Ginzburg sceglie di aprire il sipario del suo nuovo romanzo nel segno di una morte annunciata, quella di Ramos, il protagonista indiscusso della storia. Storia d’amore e di morte, (…) rivisitata in chiave contemporanea e resa motore di un intreccio che conduce facilmente all’immedesimazione e, in ultima analisi, porta a riflettere su un tema fondamentale, oggi più che mai: il potere straniante della distanza, considerata nella più ampia accezione possibile. Teatro dell’incontro tra la giovane documentarista italiana, e Ramos, ballerino e coreografo brasiliano, è Birmingham, una città qualunque di un’Europa multiculturale e spersonalizzante, straniera per entrambi, luogo “franco” dove porre le basi di un legame: prima, la passione inarrestabile di una relazione intermittente, poi, l’illusoria sicurezza del vincolo matrimoniale. Gli impegni lavorativi trattengono lei a Parigi e costringono lui a spostarsi continuamente da un luogo all’altro, tra tournées e seminari; ma Ramos non ha intenzione di tagliare il filo che indissolubilmente lo lega alla sua terra d’origine: quando i ritmi incalzanti di una carriera sempre in salita glielo consentono, torna in Brasile, quale insostituibile membro di una comunità familiare allargata che procede seguendo dinamiche dalle quali lei rimarrà per sempre esclusa. La profondità del sentimento che la lega a Ramos non è sufficiente a mandare in porto i numerosi tentativi di comprenderlo: qualcosa le sfugge, qualcosa rimane in ombra, celato nelle pieghe di un’identità che lui stesso rifiuta di accogliere. Ed è proprio qui che si situa il punto di frizione della storia: ciò che depotenzia il legame, che lo rode fino ad annullarlo, non è l’oggettiva lontananza geografica fra Parigi e Pedra Forte, né la voragine culturale che separa due opposte concezioni di vita, ma è la distanza che divide Ramos da se stesso. Lui disconosce una parte del suo essere e combatte strenuamente per non lasciarla emergere: ?disvelare il mistero significherebbe oscurare ?l’aura dell’artista (…). Ramos rimane schiacciato ?dalla sua controfigura: ?lui e il suo “personaggio” sono diventati un? tutt’uno, indistinguibili. La maschera è così? pesante che nemmeno?la forza dell’amore sarà ?sufficiente ad abbassarla; nemmeno la comprensione, nemmeno la ?complicità e l’affetto potranno nulla contro il peggiore demone dell’uomo: se stesso.
Con grande lucidità e pregnanza di contenuti, a partire da pochi personaggi appena tratteggiati e da una trama scarna ma salda, Per amore acquista forza narrativa perché riesce a trasmettere il dramma di una storia semplice, rendendola paradigma di tante altre storie semplici, e rammentando una verità imprescindibile: la più grande forma d’amore, preludio di ogni rapporto autentico, è l’accettazione di sé.
Recensione di Chiara Dalmasso
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