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Per la giustizia e la libertà. La stampa Gielle nel secondo dopoguerra - Diego Giacchetti - copertina
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Per la giustizia e la libertà. La stampa Gielle nel secondo dopoguerra
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Descrizione


I "gielle". Con questo nome nel secondo dopoguerra un gruppo di protagonisti della Resistenza e di ex azionisti volle condurre insieme una battaglia, ideale e morale, contro i segni di una nuova reazione. La Resistenza, secondo la bella metafora usata da Giorgio Agosti, fu il momento in cui tante "tartarughe" misero la testa fuori dalla loro corazza per "incontrare altre teste che si affacciavano con circospezione" e affermare cosi la volontà di non vivere isolati. Nel secondo dopoguerra, quelle "tartarughe" non accettarono di ritirarsi ognuna nella propria corazza né di rinchiudersi nell'ambito troppo stretto della politica partitica. Scelsero di tenere aperte possibilità e luoghi dove poter incontrare teste "vecchie e nuove" che si sporgevano dal guscio. Il mensile dell'Associazione Giustizia e Libertà, dal 1947 al 1970, divenne uno dei luoghi di confronto ideale per un gruppo di intellettuali consapevoli della responsabilità che spettava loro nella lotta per la costruzione della democrazia nel nostro Paese e la piena valorizzazione dei principi della Costituzione appena proclamata. Il mensile, diretto da Mario Giovana, poi da Carlo Casalegno, Gino Viano e Nicola Tranfaglia, ospitò articoli di vari collaboratori non solo piemontesi, fa cui Alessandro e Carlo Galante Garrone, Franco Antonicelli, Aldo Garosci, Ferruccio Parri, Giorgio Agosti, Norberto Bobbio, Giorgio Bocca, Franco Venturi, Faustino Dalmazzo, Primo Levi, Massimo Mila, Renzo Biondo, Luciano Bolis, Guido Quazza.
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Dettagli

20 aprile 2011
176 p., Brossura
9788856838336

Voce della critica


L'Associazione Giustizia e Libertà, composta da ex membri del Partito d'azione e da ex combattenti partigiani, si prefisse l'obbiettivo di costruire, consolidare e difendere la nuova Italia democratica e con essa i valori sanciti dalla Costituzione e a questo scopo fondò nel 1947 un giornale, "Giustizia e Libertà", divenuto in seguito "Resistenza, Giustizia e Libertà". Il libro di Giachetti ripercorre e ricostruisce, attraverso gli articoli della rivista, i dibattiti che nel corso del secondo dopoguerra si susseguirono sul mensile. Si entra così nel vivo delle discussioni legate ai momenti di trasformazione e di fermento storico e politico che attraversarono l'Italia: l'estremizzarsi della lotta politica interna in occasione delle elezioni del 1948, le speranze suscitate dal governo di centro sinistra negli anni sessanta, la denuncia nei confronti del nascente terrorismo. Ampio spazio viene dato alle contestazioni studentesche del 1968, periodo nel quale il mensile divenne centro di dialogo e spesso di scontro tra le diverse generazioni, nonché tra studenti e docenti, e fece emergere la necessità di una profonda e radicale trasformazione che avrebbero dovuto avere l'università e la scuola in generale. La rivista, diretta da Mario Giovana, poi da Carlo Casalegno, da Gino Viano, e infine da Nicola Tranfaglia, fu sin dall'inizio un luogo di confronto per le varie anime che componevano la sinistra italiana nel secondo dopoguerra e che cercarono sempre di mantenere un'indipendenza dai partiti. Nonostante la vivacità dei dibattiti, momenti di intensa partecipazione all'associazione si alternarono a momenti di disinteresse e quasi abbandono, fino a giungere alla decisione di chiudere il giornale nel 1970, a causa sia di divergenze politiche ormai non più sanabili sia di problemi di tipo economico.
Elena Fallo  

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