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Fedele editore e commentatore di Machiavelli, del Principe e dei Discorsi, ma anche di commedie, lettere e altre opere minori, Inglese raccoglie in volume i suoi interventi sul segretario fiorentino scritti nell'arco di un quindicennio. Frutto di un impegno filologico "forte", culminato nel 1994 con l'edizione critica del Principe presso l'Istituto storico italiano per il medio evo, queste pagine non si sottraggono tuttavia all'interpretazione e anche alla polemica, insistendo sul profilo alto di Machiavelli. Questi non è infatti un semplice "letterato", che costruisce nella scrittura la sua "Utopia", né un semplice "politico pratico", troppo strettamente legato alle contingenze della situazione politica; bensì un "pensatore e 'interprete'" globale del suo tempo, capace di rivolgersi a "uomini in pericolo, che conobbero il pericolo", per indicare loro "la possibilità che la rovina della vecchia Italia liberasse energie politiche e intellettuali per la fondazione di 'nuovi modi e ordini'". Il fatto che la scommessa politica del Principe abbia coinciso nei fatti con "una sconfitta decisiva", non toglie nulla alla sua straordinaria "energia" teorica, sempre in grado di "schiudere una visione della storia" e "una concezione radicale della politica" di amplissima prospettiva. E anche l'impostazione più analitica dei Discorsi, fra exempla antichi e dilemmi contemporanei, mira a formare didatticamente "la mentalità del combattente politico", ma al tempo stesso pone le basi di una problematica "storiografia su Roma". È, insomma, la densità ma anche il "movimento concettuale" delle opere machiavelliane a garantire la loro difficile modernità, che non conviene cristallizzare in formule o tesi precostituite. Di questa ricchezza e di questa proteiformità, le appassionate ricerche di Inglese offrono un'adeguata testimonianza.
Rinaldo Rinaldi
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