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C'è un rapporto tra ragione e tradizione? Cosa significa libertà di coscienza? Quale deve essere il principio dell'educazione? A quali condizioni il sapere può essere definito libero? Lo Stato ha una coscienza? A questi e altri fondamentali interrogativi risponde John Henry Newman (1801-1890), una delle figure più significative dell'Ottocento inglese ed europeo. Il volume di Giuseppe Bonvegna prende le mosse dalla riflessione filosofico-politica del grande intellettuale di Oxford, nella consapevolezza che il Newman politico sia pienamente intelligibile alla luce della sua conversione dall'anglicanesimo alla Chiesa di Roma: il cattolicesimo era, secondo Newman, l'anima del torismo (toryism) autentico e tradizione diventa, allora, parola riassuntiva del suo itinerario intellettuale. Newman non ebbe timore a sostenere, in ambito universitario, che catholic education dovesse significare non solo conformità alla dottrina della Chiesa, ma anche riferimento all'ideale liberal del gentleman inglese, fondato su qualità morali che dicono di una fiducia nell'umano in tutti i suoi fattori e rimandano quindi a un'idea non riduttiva di ragione.
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