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Perché non è già tutto scomparso? - Jean Baudrillard - copertina
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Perché non è già tutto scomparso?
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Perché non è già tutto scomparso? - Jean Baudrillard - copertina

Descrizione


"Perché esiste qualcosa anziché niente?": era questa per Leibniz una delle domande a cui la metafisica era tenuta a rispondere. Ma per Baudrillard la questione è, se possibile, ancor più complicata. Ultimato nel gennaio del 2007, pochi mesi prima di morire, in questo libro l'autore de "Le strategie fatali" abbatteva il suo scandaglio sulla più notevole delle opere umane: l'autoeliminazione. Perché ci diamo tanto da fare in questo smaccato harakiri? Perché distruggere noi stessi in maniera così scientifica e impegnata? E soprattutto, la vera domanda: perché, nonostante tutti i nostri sforzi, nonostante la buona volontà e la meccanica, indomabile insistenza, continuiamo a fallire nell'intento? Domande cui un patafisico non può esimersi dal rispondere, perché forse, a nostra insaputa, questo accanimento su noi stessi può essere, chissà, la più grande opera d'arte mai creata, la più estrema mai concepita da qualunque specie vivente di qualunque pianeta. E da questo, finalmente, potremo ricavare ciò che meritiamo: un briciolo di velleitaria autostima.
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Dettagli

2013
13 febbraio 2013
51 p., Brossura
9788876158384

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alida airaghi
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Il sociologo francese Jean Baudrillard si chiede qui con indubbia verve provocatoria se per caso la realtà - e l'umanità con essa - non sia già scomparsa, dissolta, volutamente autoeliminandosi dalla creazione, come in un enorme buco nero. Baudrillard scrisse queste pungenti e amare considerazioni nel 2007, pochi mesi prima di morire, probabilmente riflettendo sulla sua prossima fine e sul destino di incenerimento che attende ogni essere e attività umana. Avendo impresso un'accelerazione aberrante a un'evoluzione che non ha più niente di naturale, e avendo accarezzato presuntuosamente il progetto prometeico della gestione dell'universo, l'umanità si è condannata alla sparizione della sua stessa specie, in un inarrestabile processo di autodistruzione. La realtà si trasforma in virtualità, la coscienza individuale si polverizza, il soggetto si disperde, i valori morali si modificano, i comportamenti si uniformano, le culture si amalgamano e risultano indifferenziate. Stiamo vivendo una rivoluzione antropologica a livello planetario, in cui la rappresentazione del mondo sembra arrivata al suo compimento. Il reale, infatti, è stato inghiottito dalla sua riproduzione tecnica, duplicato sinteticamente in un miraggio artificiale. La riflessione di Baudrillard propone un'azzeccatissima metafora con la trasformazione subita negli ultimi decenni dall'arte fotografica che, diventando digitale, si è "liberata in un colpo solo del negativo e del mondo reale". Quando il software prevale sullo sguardo, quando spariscono il differito e il distante, e l'immagine viene riprogrammata tecnicamente, ecco che allora la stessa realtà viene riciclata, e ogni rappresentazione risulta adulterata, falsa, illusoria, seriale. Se scompare il reale, se l'intelligenza diventa artificiale, e se la singolarità è assorbita e annullata nell'universale, a un filosofo apocalittico come Baudrillard non resta che chiedersi: "Perché non è già tutto scomparso?"

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Jean Baudrillard

1929, Reims

È stato un sociologo e filosofo francese. Autore di oltre cinquanta libri, è uno dei più influenti pensatori contemporanei. Le sue riflessioni sulle logiche culturali e simboliche delle società occidentali, osservate in molteplici ambiti, dalla politica all’architettura, dai mass media all’economia, dall’arte alla scienza e oltre, hanno segnato la vita e il dibattito del nostro tempo. Importanti i saggi La società dei consumi (in Italia edito da il Mulino), Lo scambio simbolico e la morte (Feltrinelli), La sparizione dell'arte (Abscondita). Mimesis nel 2019 ha pubblicato All'ombra delle maggioranze silenziose. Ovvero la fine del sociale.

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