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Il pescatore di tonni - Raffaele Mangano - copertina
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pescatore di tonni

Descrizione


"Il pescespada si ammazza da solo. Lui non vuole farsi pescare." Così Zu Beppe, un pescatore di Favignana, accoglie Nino Pizzuto, giovane turista al quale ha affittato una stanza. Dapprima infastidito, poi incuriosito, l'ospite ascolta i racconti sulla tonnara e decide di tornare l'anno successivo. Grazie a Zu Beppe, Nino sale a bordo delle barche che formano il quadrato della morte e assiste alla mattanza a contatto coi tonnaroti. Affascinato e turbato da quella esperienza, torna per anni sull'isola, al punto da essere inserito, unico forestiero, nell'equipaggio. Entra così in confidenza coi pescatori, conosce le loro storie, i segreti del loro lavoro, i riti, le superstizioni, le dicerie che da più di mille anni circondano la mattanza. Sono gli accadimenti della vita che a un certo punto tengono Nino lontano dall'isola, ma ciò non gli impedisce di venire a conoscenza della tragedia che colpisce la famiglia di Zu Beppe. Sarà Favignana a riannodare il filo che lega Nino a quei luoghi e, dopo la chiusura della tonnara, toccherà a lui trovare il modo di non lasciare morire il ricordo dei tonnaroti del mar delle Egadi. E tramandare le leggende che da sempre abitano l'isola.
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Dettagli

2011
9 giugno 2011
220 p., Brossura
9788895962771

Valutazioni e recensioni

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Carlo
Recensioni: 5/5

Un libro che riporta ad una delle tradizioni più antiche della Sicilia; la descrizione dell'isola la trovo eccezionale e la storia descritta, fa venire voglia di trovare quel tempo libero adatto per scoprire sè stessi. Un racconto adatto soprattutto per chi ha già visitato Favignana...ci si rende conto delle bellezza e delle emozioni che questa terra può offrire. Davvero complimenti all'autore.

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Alessandro
Recensioni: 5/5

Un romanzo semplice ma allo stesso tempo costruito "a terrazze", come le coltivazioni sui terreni difficili... una storia che fa venire voglia di tornare o andare per la prima volta in Sicilia, terra di segreti e calore che ti abbraccia il cuore e non lo lascia più. La storia di Nino o' turinese, che dalle corse nordiste si ritrova nella vita tranquilla e durissima della terra dei suoi avi. La storia del suo passato e del suo futuro, in un eterno presente che da mille anni si specchia nell'acqua sporca di sangue... la penna di Mangano è magica, quando ho visto le foto delle vere tonnare sono rimasto deluso, mi ero immaginato qualcosa di molto più complesso, perdendomi dietro le descrizioni cariche di sudore e sole e bruciature, di muscoli che tirano reti... un romanzo che resta dentro.

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luisa ferrari
Recensioni: 5/5

Il libro scorre veloce e crea una sorta di attesa ansiosa sul lettore culminante nelle pagine dedicate alla mattanza, che assumono un andamento realistico ed epico al tempo stesso. Di questo romanzo ho letto la recensione apparsa sul "Manifesto" che cita Verga. Sicuramente le vicissitudini della famiglia Mannino possono far pensare a quelle dei Malavoglia. Tuttavia a me sembra che il linguaggio verghiano sia improntato a una maggiore crudezza e caratterizzato da un fatalismo senza speranza e senza commozione. Qui invece il valore della memoria assume il ruolo di riscatto, rimpianto ed emozione. A me sono venute in mente piuttosto certe pagine del "Vecchio e il mare" ; e ho pensato anche all'impianto del "Vecchio che leggeva romanzi d'amore" di Sepulveda, sia per il rapporto con la natura e la cultura, sia per il filo di nostalgia che attraversa quel libro.

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