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Oceano laghi fiumi erano calmi, Nulla muoveva il silenzio degli abissi; Navi senza marinai marciavano sul mare, Cadevano a pezzi gli alberi, affondavano Poi dormivano immobili sul fondo; Morte le onde, le maree sepolte, La luna, loro signora era già spenta; Nell'aria stagnante languivano i venti, Svanite erano le nuvole perché inutili Al Buio: il Buio era l'Universo.
Queste liriche d’occasione, finora note soltanto agli specialisti, rivelano un Byron autobiografico, quasi diaristico, di una libertà creativa che procede per rapide annotazioni, sperimentando non solo i modi, i generi e gli stili che le sono propri, ma anche quelli della prima e della seconda generazione romantica: accanto al Byron lirico vi si ritrova il visionario, il satirico e il politico. Per la varietà e la ricchezza dei materiali tematici e retorici che impiega il volume consente così la riscoperta di un poeta non più ingabbiato nel suo mito, liberato dai condizionamenti che ne avevano determinato prima la fortuna e poi l’oblio. Edizione con testo a fronte.
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