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Un pezzo da galera - Kurt Vonnegut - copertina
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Descrizione


Un "uomo di Harvard" sconfessa i suoi amici e li consegna alla famigerata Commissione McCarthy. In seguito diventa consigliere di Nixon, un consigliere piccolo piccolo, che lavora nel sotterraneo della Casa Bianca come un topo di biblioteca. Quando esplode il caso Watergate, Nixon gli rifila le casse con tutti i nastri registrati. Lo arrestano e trascorre qualche anno rinchiuso in una lussuosa galera di New York, ma poi diventa di colpo direttore generale di un colossale trust di compagnie americane. L'amara parabola della fine del sogno americano, in cui Vonnegut dà mano a tutto il repertorio del suo straordinario stile narrativo, sempre in perfetto equilibrio tra la satira e il dramma.
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Dettagli

2004
229 p., Brossura
9788807016585

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

Ironia e disincanto sotto le croste di un potere sordido, colletti bianchi sempre più ingordi a trafficare senza minimi limiti, mentre, per contrasto, arriva l'idea che trafigge in un solo rigo tutta una certezza sociale quando Vonnegut scrive: "Le persone di successo non pensano mai a piccole cose". Basterebbero queste poche parole a scandire la partita che muove le pagine, dove ogni cattiveria, ogni sopruso, sono come già calcolati nella loro impunità, e dove le amministrazioni americane, le più in alto per intenderci, non ne escono per nulla con le ossa intatte. Ma il vento che regala l'autore in ogni periodo alla fine è un unico soffio di stupido infantilismo, memore del monito di Schiller: "Contro la stupidità pure gli dei lottano invano". Così si incede, in una specie di rassegnata inevitabilità ad adeguarsi, a vendersi l'anima in quelle stanze dei bottoni, "buttando via sogni e intelligenza come un soldato in corsa butta zaino e fucile". Walter cade in questa rete come un pesce troppo innocuo, una specie di scrivano deriso che lavora in un buio sottoscala della Casa Bianca. Una pedina inutile, senza presa, uno che di se stesso dice che solo se si fosse sposato una donna sarebbe andata a letto con lui. Ecco qui la vena che spezza l'ordine di ogni flaccida muscolosità, la bravura di uno sguardo attento, quell'annientarsi che attiva una simpatia e che fa salire la bellezza del racconto a musica triste, ma sincera. Basterebbe il sogno fra realtà e Paradiso che nelle prime pagine Vonnegut s'inventa sul padre, sulle età che si possono scegliere una volta finiti in quel dove di mistero. Lì siamo ai piedi di un capolavoro. Il resto scorre come un fiume nel suo letto, perso fra vecchi incontri che ritornano e donne avvolte negli stessi umori di un tempo. Il tutto può definirsi una frattura comica nel deserto di sorrisi potenti, il ghigno del perdente che sovverte ogni spericolato e vuoto narcisismo altrui. Non poco direi di questi tempi.

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Lorenzo Berti
Recensioni: 4/5

Leggere un libro di Vonnegut è sempre un'esperienza. Non sai mai dove potrà portarti, e quanto e fin dove si divertirà con te. Tutto in lui è unico, fa storia a sé. Dal candore, all'ironia, allo stile, alla fantasia. Nel caso in questione, siamo in presenza di un romanzo d'impianto più tradizionale, con un normale svolgimento "inizio-fine", soltanto appena frastagliato dalle consuete digressioni e deviazioni bizzare dell'autore, che si ritaglia esplicitamente soltanto una lunga prefazione, racchiudendo lì (sempre in modo unico) quello che solitamente scioglie lungo il corso degli altri romanzi, e affidando a Starbuck il resto della vicenda e dei mondi paralleli. Un'altra perla, forse lontana (e magari meno geniale) sì dal Mattatoio, o da Ghiaccio n.9, o dalla Colazione dei Campioni. Ma con Vonnegut, e ci si rende conto andando avanti con la sua opera, non è il caso di far graduatorie...

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Francesco
Recensioni: 5/5

Ogni tanto lo riapro e rileggo il capitolo n.6... E mi commuovo sempre...E non so se sia un capolavoro,ma io amo ormai ogni riga, ogni IMMAGINE che ci regala questo scrittore;non mi interessa nemmeno confrontare tra loro i libri, e sempre ribadire che si, il libro in questione è bello , ma "mattatoio" è un altra cosa.... Cinico e impietoso, crudo e ironico, ma anche dolce e malinconico, come il VI cap. di questo romanzo. Che consiglio a tutti di leggere.

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Kurt Vonnegut

1922, Indianapolis

Di origini tedesche Kurt Vonnegut nacque nel 1922 a Indianapolis (Indiana), città in cui sono ambientate molte delle sue storie. Frequentò la facoltà di biochimica alla Cornell University di Ithaca (New York) lasciandola nel 1943 per prendere parte all'esercito alleato durante la Seconda Guerra Mondiale.Nel 1944 venne fatto prigioniero in Germania, nella città di Dresda. Qui assistette al bombardamento che nel febbraio del 1945 rase al suolo la città e causò 135000 vittime civili (si salvò poiché rinchiuso in una grotta ricavata sotto il mattatoio della città normalmente utilizzata per l'immagazzinamento della carne). Questo episodio, anni dopo, verrà ripercorso in chiave solo parzialmente fantascientifica nel suo romanzo...

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