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Un romanzo ricco di suspense in cui è difficile distinguere il vero dal falso, il colpevole dalla vittima, e che trascina il lettore negli abissi della fragilità umana.
«Una grande storia di vendetta, raccontata con una voce ricca e controllata che non spreca nemmeno una parola» – Time
Harriet Cleve ha dodici anni e una vita vissuta sotto il segno di una tragedia di cui non ha memoria: quando era solo una neonata, suo fratello Robin è stato impiccato a un albero del giardino, ma il delitto che ha sconvolto l'esistenza della sua famiglia è rimasto insoluto. Giunta alla soglia dell'adolescenza, la ragazzina decide di sciogliere il mistero che avvolge la morte del fratello, scoprire l'assassino e ottenere finalmente vendetta.
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’atmosfera è meravigliosa dall’inizio alla fine, così come la caratterizzazione psicologica dei personaggi e lo stile di scrittura. La trama purtroppo promette molto bene nella prima metà del libro, ma si perde tantissimo nella seconda metà e nel finale…
Grandissima delusione: la quarta di copertina ti illude si tratti di un giallo (e conoscendo gli altri due capolavori dell'autrice ci credi pure), ma ciò che ritrovi è tutt'altra storia. Peccato davvero, perché la penna della Tartt è incredibile :(
Amo così tanto la Tartt che qualsiasi mia parola spesa in suo onore sarà necessariamente parziale. Detto ciò, la trama di questo libro regala uno scorcio inquietantemente reale sull'America degli anni 50, dove ancora esisteva una netta divisione razziale, mitigato dalla visione fanciullesca della protagonista, tuttavia non priva della lente scura dell'orrore.
Recensioni
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«Per tutta la sua fanciullezza Harriet aveva trascorso lunghe ore felici a meditare sdraiata sul pavimento, mentre la luce danzava e volteggiava nel fermacarte, poi tremava e spariva, e i raggi del sole accendevano ora qua ora là le pareti verdeazzurro. Il tappeto a fiorami era stato il suo tavolo da gioco, il suo campo di battaglia personale.»
Dopo quasi dieci anni di silenzio, Donna Tartt pubblica il suo secondo romanzo. Il perché del lungo periodo di silenzio è stato dalla stessa autrice giustificato con l'esigenza di rivedere e rifinire il testo fino a che non raggiunge un buon equilibrio stilistico: anche per la stesura di Dio di illusioni, il suo primo romanzo che l'aveva immediatamente posta tra le personalità di rilievo della letteratura contemporanea, aveva utilizzato un lungo periodo di rielaborazione. Già queste affermazioni, in epoca in cui i romanzi vengono sfornati dagli scrittori con la rapidità di una collezione di moda, indica la serietà e la cura con cui questi romanzi nascono e giungono nelle mani dei lettori. Al di là delle considerazioni di metodo (per altro da non sottovalutare) Il piccolo amico è davvero un romanzo notevole. Grande equilibrio stilistico, accurata scelta linguistica, attenzione a tutti i personaggi presentati anche ai meno significativi rispetto alla trama. E inoltre una storia tutt'altro che scontata che, senza colpi di scena teatrali, si evolve con i ritmi della vita e con le incongruenze della realtà che non colloca mai tutti i tasselli al posto più prevedibile eppure che ha una sua logica e una sua strana coerenza. Ma a tutto ciò va aggiunta la profondità con cui sa proporre la psicologia della protagonista, una ragazzina di dodici anni segnata fin dai primi mesi di vita da una vicenda sconvolgente: l'assassinio del fratellino di nove anni per cui non si è mai trovato un colpevole. Quella tragedia, a cui avevano assistito Harriet (la protagonista) di sei mesi e Allison, la sorella di quattro anni, aveva completamente annientato psicologicamente la madre Charlotte, provocato il definitivo allontanamento del padre e trasformato la loro casa in un luogo di silenzio senza affetti e senza calore. In questo contesto, in cui l'assassinio di Robin non viene mai citato ma incombe costantemente sui familiari, i vicini di casa, e in generale su tutti gli abitanti della cittadina descritta, tipica della provincia americana, cresce Harriet. È una ragazzina particolare: dura, dal carattere forte e un po' arrogante, molto intelligente e autonoma, così diversa dalla sognante sorella maggiore probabilmente segnata dal ricordo infantile traumatico dell'assassinio del fratello che si rifiuta di far riaffiorare. Harriet ha solo un grande amico, un compagno di scuola l'unico a cui confida il suo progetto, elaborato nelle sere trascorse nella grande casa in cui madre e sorella dormivano: vendicare il fratello, punire personalmente il colpevole.
Ma la trama in fondo esile che attraversa le quasi settecento pagine del romanzo non esaurisce di certo il merito e l'interesse di quest'opera che è un intensa fotografia della realtà americana degli anni Settanta e un ottimo ritratto delle personalità complesse e contraddittorie che la vivono.
A cura di Wuz.it
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