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In questa raccolta variegata, nella quale, inopinatamente, mancano gli animali, Gerald Durrell ci propone con la consueta, vivacissima grazia cinque sketch di grande malia, spaziando in generi per lui insoliti: l’erotico, il macabro, lo horror. Nei primi due compare, nella sua veste più ilare, la celebre «famiglia»: la saga riprende con uno dei picnic più disastrosi della storia del turismo, e procede con una surreale traversata da Venezia alla Grecia nella quale ogni piccolo incidente di bordo si trasforma in pochade. Seguono un interludio veneziano con Ursula, la bellissima amica bislacca che sbaglia le parole e procura a tutti innumerevoli catastrofi, e un improbabile corso di educazione sessuale, di cui lo stesso Durrell è il titolare improvvisato. Dopo una prelibata avventura culinaria nel Sud della Francia con finale a sorpresa, la raccolta si chiude con un racconto di vampiri di gotica suspense. In queste pagine Durrell ci offre con prodigalità la sua dote più amabile: l’arte di trasformare ogni esperienza in divertimento.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi sono appassionata a Durrell dopo aver letto "la mia famiglia e altri animali" e da allora sto cercando di collezionarli tutti; questo per ora penso sia quello più divertente. Lo consiglio a tutti perché è alla portata di tutti. Il suo modo di scrivere è semplice, genuino e divertente. Questo libro insegna a sorridere dei piccoli "guai" e a non prenderci troppo sul serio. Durrell è conosciuto sopratutto come naturalista e zoologo ma non ci sono dubbi che sia anche un abile scrittore.
Divertente libro di racconti,scritto molto bene.Ricca di humour la descrizione della famiglia dell'autore,formata da personaggi eccentrici;esilarante il racconto "Sesso a gogo",ricco di tensione l'ultimo racconto della serie.Molto belle le descrizioni della campagna inglese e francese.Traspare dalle pagine l'amore per i libri e per gli animali.
troppo, troppo divertente !!!E scritto benissimo ! E' il secondo libro di Durrel che leggo e continuero' nella serie ; per gli amanti della natura che vogliono divertirsi , siamo sempre davanti a siuazioni bizzare che nella lettura mettono di buon umore ! Do'un bel 5 perchè non c'è di più !
Recensioni
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DURRELL, GERALD, Un albero pieno di orsi
DURRELL, GERALD, Il picnic e altri guai
recensione di Rognoni, F., L'Indice 1997, n. 5
"Fratello del romanziere Lawrence" (come le storie letterarie tendono ancora, regolarmente, a presentarlo), Gerald Durrell (1925-95) è ormai probabilmente molto più letto del serioso autore dello scandaloso (un tempo) "Quartetto di Alessandria" (1957-60). E anche se non capiterà mai (né sarebbe ragionevole) che quest'ultimo in un ipotetico futuro manuale venga introdotto come "il petulante fratello Larry de "La mia famiglia e altri animali" (1956; Adelphi, 1975) del celebre scrittore e naturalista, fondatore dei diversi Wildlife PreservationTrusts", è fuor di dubbio che i libri di Gerald godano attualmente di maggior favore, e le ristampe si susseguano.
Larry è amabilmente ridicolizzato anche nel primo dei sei racconti de "Il picnic e altri guai": come un classico guastafeste - però con qualche buona ragione, ché la variegata famiglia da cui cerca sempre, un po' altezzosamente, di tenersi a distanza (Gerald vi si trova invece benissimo), davvero ne combina di tutti i colori: compreso apparecchiare il picnic su quella che sembra una roccia pittoresca e si rivela la carcassa di un cavallo in decomposizione! Lo humour, qui come nel resto del libro, è tipicamente inglese (in particolare in "Scuola di élite", tutto giocato sul "malapropism", cioè sull'uso sistematico di parole a sproposito: Chopin per Gauguin, imprecazioni per implicazioni, ecc.), calibrato per arrestarsi sempre un attimo prima della stucchevolezza.Mentre gli ultimi due racconti (quelli che ho gustato di più), sono deliziosi "divertissements" gotico-culinari: "L'uomo della Michelin* un crescendo di portate da far sembrar scipiti i macabri piatti cucinati ne "Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante" dal genio indigesto di Peter Greenaway; la "Via d'accesso" una storia di fantasmi in piena regola... fantasmi affamati!
A parte qualche bestia domestica, più o meno in salute (come il cavallo morto già citato, e i vari gatti divorati dallo spettro), i grandi assenti dal "Picnic" sono gli animali: una mancanza cui pone ampio rimedio "Un albero pieno di orsi", resoconto di un viaggio alla scoperta della fauna di Nuova Zelanda, Australia e Malesia. Gli incontri del naturalista sono splendidi, ché Durrell sa descrivere gli animali come se fossero uno specchio di noi (certi uccelli possono essere "malinconici", altri muoversi con la grazia di "un ballerino professionista", e via di seguito), e tuttavia ne mantiene intatta la selvatichezza, l'essenziale estraneità dall'uomo. Ma il libro nel complesso zoppica, e - non sarà un caso - proprio per colpa degli intermezzi "umani": le solite commedie dei trasporti improvvisati, i vestiti freddi e bagnati, il cameraman col mal di mare, e altre scenette buttate lì con brio poco convinto. Insomma, questa non è narrativa (a dispetto della collana, "Narratori della Fenice", in cui è ospitata), né vera letteratura di viaggio, quanto importante divulgazione scientifica, con uno scopo ben preciso: la difesa delle specie in pericolo, animali che "nel giro di poche settimane, o di qualche mese" (come spiega lo stesso Durrell) potrebbero estinguersi. Per cui chiudendo il libro ci si chiede: che ne è ora, più di trent'anni dopo, del rallo-che-non-vola, del binturong, del rinoceronte di Sumatra? (A proposito di quest'ultimo, attenzione a p.173: per quanto ricercati per il loro potere afrodisiaco, quelli del rinoceronte sono corni, non corna!).
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