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Recensioni Piena

Piena di Philippe Forest
Recensioni: 4/5
«Grande narratore dell'assenza e della perdita in tutte le loro accezioni, Philippe Forest stavolta ci racconterà una catena di strane socmparse. Storia thriller? No: pura metafisica. Esistenziale» - Robinson

«Raccontare la percezione del vuoto è l'ossessione letteraria di Philippe Forest. Quando la descrizione di uno stato d'animo non è più sufficente, quello stato d'animo viene retificato e diventa cosa, spazio, materia» - Minima et Moralia

«Piena recupera alcuni temi ricorrenti che rendono la sua opera narrativa corpus unico sul dolore e lo spaesamento della perdita» - La Repubblica Firenze

«Qualunque perdita fa provare la strana sensazione di aver perso tutto insieme all'essere o all'oggetto che sono scomparsi. Sicuramente perché c'è qualcuno o qualcosa che ci manca da sempre e ogni nuova deferzione ce ne ricorda l'assenza»

Segnato da un lutto in un passato indefinito, un uomo decide di tornare nella città dove è nato e dove molti anni prima aveva vissuto. Ed eccoci così a seguire i passi del narratore per le strade di una metropoli che potrebbe essere Parigi: il suo quartiere è stato recentemente demolito - tutto è sventrato, è possibile vedere il suolo originario, toccarlo -, e ricostruito senza anima, spopolato. Uno scenario tangibile, che però sembra disgregarsi, via via che il quartiere si svuota sempre di più, via via che spariscono, come per gli effetti di un'epidemia, i rari esseri che il narratore sfiora: un gatto, un'amante, uno scrittore che si crede un profeta. Attorno a lui i segni si moltiplicano. La casa dove ha scelto di abitare gli sembra una casa infestata, sperduta in una terra incerta. Presto sopraggiungerà un diluvio. Qualsiasi cosa si perda, si ha la strana sensazione di aver perso tutto con l'essere o l'oggetto che abbiamo perduto. E ogni nuova trasgressione a quel vuoto non fa che reiterare quell'assenza.)
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