L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
"La congettura di Bergk è orrida ed era inutile citarla in apparato". "Io ammiro sempre più gli ignoti umanisti del primo Quattrocento che hanno lasciato le loro congetture nei codici". Queste "frasi lapidarie" come le definisce la curatrice del volume sono del filologo classico Eduard Fraenkel (1888-1970), di cui si raccolgono alcuni seminari ormai lontani nel tempo (1965-69) e apparsi negli anni settanta su "Belfagor". Anche i non specialisti possono innamorarsi della filologia greca e latina, superando difficoltà linguistiche, metriche e critico-testuali, quando a celebrarne i misteri è un grande maestro: i suoi commenti ai versi delle Pitiche e a quelli dell'Aiace, come le pagine dedicate al Satyricon, illuminano in profondità i loro autori a partire da singoli dettagli e forniscono un bell'esempio di lettura integrale. Lo scrupoloso approccio tecnico, infatti, non esclude le digressioni rivelatrici (come quelle inserite nel commento all'Eunuco terenziano) e soprattutto impiega un ventaglio disciplinare amplissimo: non solo prosodia, grammatica e lessicografia, ma anche storia della lingua e stilistica, con fine attenzione alla punteggiatura, alla collocatio verborum, ai registri del parlato. Il rinvio continuo alla religione, all'archeologia, alla geografia, al costume come avviene nelle splendide note catulliane trasforma ogni testo in un mondo senza rinunciare al metodo critico più rigoroso, coraggiosamente praticando emendazione e congettura secondo la migliore tradizione umanistica. Perché per Fraenkel, che cita il collega e poeta inglese Alfred Edward Housman (1859-1936), "Forse è esagerato dire che ogni critico conservatore è stupido, ma certo ogni critico stupido è conservatore".
Rinaldo Rinaldi
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore