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Impariamo a conoscere le piante una a una: le origini, la geografia, l’habitat, la loro storia nella nostra vita materiale e spirituale. Il pino e l’abete, la camelia e il giglio, l’ulivo e il fico, la vite e l’alloro, il caffè e l’aglio… sono loro a migliorare, proteggere, alimentare e curare la nostra quotidianità. In silenzio.
Il pino domestico è il vero simbolo di albero italico. Non a caso gli inglesi lo chiamano Italian stone pine e in Francia Pin d’Italie. È l’albero di casa nostra perché il paesaggio mediterraneo non è umile né dimesso. È grandioso, solenne, rifiuta la pompa dei colori esotici tropicali. Questo grande e maestoso albero, dall’odore penetrante, caratterizza fino a diventarne l’icona la macchia mediterranea dei litorali tirrenici, adriatici e ionici e delle isole di Sardegna e di Sicilia. Se potessimo ascoltarne la voce direbbe di se stesso: «Quando ci si presenta, si inizia dal nome. Il mio nome scientifico è Pinus pinea. Il mio nome italiano è Pino domestico, pino da pinolo, pino ombrellifero. Spesso si dice: figlio di, la mia famiglia è quella delle Pinacee. Anche la mia nazionalità non è così precisa: per il momento dico che è mediterranea. La mia chioma è fatta di aghi verdi. Sono un’aghifoglia e così mi chiamano per via di queste sottili e robuste foglie appuntite, lunghe solo un po’ di più degli aghi da cucito, di un colore non troppo scuro, ma brillante. I miei aghi sono disposti secondo un certo ordine, se guardate bene si raccolgono a mazzetti di due e con una piccola guaina alla base. La mia è una chioma persistente: quando ricambio i miei aghi lo faccio senza spogliarmi del tutto, come molti altri miei parenti. Sono sempreverde e per questo sono amato dai giardinieri e dai paesaggisti».L'articolo è stato aggiunto al carrello
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