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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 1993
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Prestatomi da una collega,mi ha profondamente emozionato: è difficile, penoso, identificarsi con il rancore, la solitudine ed il profondo dolore del vecchio Andrés De Casas Sosas, il solo ed ultimo abitante di uno paesino abbandonato dei Pirenei aragonesi, Ainielle. Il suo allucinato monologo è lo smarrito girovagare di un'ombra in mezzo ad altre ombre, la lacerante e prolungata agonia di un uomo verso il suo destino. Un viaggio tra i fantasmi -Acín, che nascondeva il figlio dalla mostruosa deformità e lo legava al letto; il Vecchio, mai uscito da Ainielle, presenza muta e immobile sul bordo di una panca; fantasmi di chi è morto -Sara, la figlioletta che graffia alle porte, lacerando il vento e la sua anima; la madre, che siede silenziosa e immobile in un angolo della cucina; Sabina, la moglie suicida e la sua immensa sofferenza.<< Il tempo finisce sempre per lenire le ferite. Il tempo è una pioggia gialla e paziente che giorno dopo giorno estingue persino i fuochi più violenti. Ma ci sono braci che covano sotto terra; ci sono anfratti della memoria così protetti e profondi che neppure il diluvio della morte sarebbe sufficiente a cancellarli. >> Llamazares non scrive "per intrattenere", ha dichiarato con orgoglio, ma per "emozionare" e per "far pensare", ci riesce magistralmente.
Prestatomi da una collega,mi ha profondamente emozionato: è difficile, penoso, identificarsi con il rancore, la solitudine ed il profondo dolore del vecchio Andrés De Casas Sosas, il solo ed ultimo abitante di uno paesino abbandonato dei Pirenei aragonesi, Ainielle. Il suo allucinato monologo è lo smarrito girovagare di un'ombra in mezzo ad altre ombre, la lacerante e prolungata agonia di un uomo verso il suo destino. Un viaggio tra i fantasmi -Acín, che nascondeva il figlio dalla mostruosa deformità e lo legava al letto; il Vecchio, mai uscito da Ainielle, presenza muta e immobile sul bordo di una panca; fantasmi di chi è morto -Sara, la figlioletta che graffia alle porte, lacerando il vento e la sua anima; la madre, che siede silenziosa e immobile in un angolo della cucina; Sabina, la moglie suicida e la sua immensa sofferenza.<< Il tempo finisce sempre per lenire le ferite. Il tempo è una pioggia gialla e paziente che giorno dopo giorno estingue persino i fuochi più violenti. Ma ci sono braci che covano sotto terra; ci sono anfratti della memoria così protetti e profondi che neppure il diluvio della morte sarebbe sufficiente a cancellarli. >> Llamazares non scrive "per intrattenere", ha dichiarato con orgoglio, ma per "emozionare" e per "far pensare", ci riesce magistralmente.
un memoir gotico con due "mostri": la natura che si riprende crudelmente ciò che l'uomo abbandona e la mente che diventa preda dei fantasmi del passato.
Recensioni
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