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Pirandello capocomico - Alessandro D'Amico,Alessandro Tinterri - copertina

Pirandello capocomico - Alessandro D'Amico,Alessandro Tinterri - 2

Pirandello capocomico - Alessandro D'Amico,Alessandro Tinterri - 3

LIBRO

Pirandello capocomico

Name: Pirandello capocomico
Price: 39.90 EUR
Availability: InStock
Author: Alessandro D'Amico
ISBN: 8876810285

di Alessandro D'Amico (Autore)

Alessandro Tinterri (Autore)

Sellerio, 1987

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Dettagli

Autore:

Alessandro D'Amico, Alessandro Tinterri

Editore:

Sellerio

Collana:

Varia

Anno edizione:

1987

In commercio dal:

25 novembre 1986

Pagine:

468 p., ill.

EAN:

9788876810282

Voce della critica

TESSARI, ROBERTO (A CURA DI), Pirandello tra scrittura e regia, in 'Quaderni di Teatro', n.34, Vallecchi, 1986

SCIASCIA, LEONARDO (A CURA DI), Almanacco Bompiani 1987. Omaggio a Pirandello, Bompiani, 1986

PIRANDELLO, LUIGI, Epistolario famigliare giovanile (1886-1898), Le Monnier, 1986

DONATI, CORRADO, Bibliografia della critica pirandelliana 1962-1981, La Ginestra, 1986

D'AMICO, ALESSANDRO / TINTERRI, ALESSIO, Pirandello capocomico, Sellerio, 1987

BARILLI, RENATO, Pirandello, una rivoluzione culturale, Mursia, 1986

AA.VV., Testo e messa in scena in Pirandello (Atti del Convegno del Centro Nazionale di studi pirandelliani - 1983), La Nuova Italia, 1986
recensione di Vicentini, C., L'Indice 1987, n. 2

Il cinquantenario della morte di Pirandello è stato particolarmente ricco di iniziative editoriali. La Bompiani ha dedicato allo scrittore l'"Almanacco letterario 1987", apparso in ottobre, affidandolo alla cura di Leonardo Sciascia. Il volume contiene un autentico gioiello da intenditori perché riporta in appendice la riproduzione anastatica dell'"Almanacco letterario" del 1938 che raccoglieva un'importante serie di documenti e testimonianze d'epoca su Pirandello. Purtroppo d'interesse assai inferiore è la parte nuova della pubblicazione, che nonostante l'acutezza di alcuni contributi (tra cui quello di Macchia sul personaggio pirandelliano, di D'Amico sui procedimenti di lavoro dello scrittore e di Grignani sui caratteri della sua prosa) non offre in complesso materiali davvero importanti.
Preziosissimo è invece il fascicolo monografico dedicato a Pirandello dai "Quaderni della Nuova Antologia" (XXVI), in cui Elio Providenti ha esemplarmente curato un'ampia selezione dell'epistolario giovanile dello scrittore. Sono lettere fondamentali per ricostruire gli inizi della carriera di Pirandello, e in particolare i suoi primi contatti con il mondo del teatro: proprio queste pagine costituiscono del resto una delle fonti principali utilizzate da D'Amico nel preparare l'edizione critica del primo volume delle "Maschere nude". A parte ciò l'epistolario offre molti altri motivi di interesse: come una lettera in cui il giovane Pirandello descrive al padre tutta la lunga vicenda del suo primo tormentatissimo fidanzamento con una cugina più anziana, o l'ambizioso progetto di acquistare la "Nuova Antologia" che lo scrittore accarezza nel 1897 presentandolo ai genitori, conti alla mano, come un ottimo investimento economico.
Estremamente importante, ma per un pubblico più ristretto di specialisti, è anche la "Bibliografia della critica pirandelliana 1962-81" di Corrado Donati apparsa nei primi mesi dell'anno presso l'editrice La Ginestra di Firenze. Il volume, frutto di una lunga ricerca condotta in Italia e all'estero, è introdotto da un ampio saggio in cui Donati traccia un equilibrato bilancio dei lavori apparsi nei due decenni, che hanno visto la completa trasformazione dei parametri interpretativi utilizzati dalla critica pirandelliana.
L'argomento principale trattato nelle pubblicazioni del 1986 è stato comunque il teatro. Renato Barilli ha pubblicato presso Mursia "Pirandello. Una rivoluzione culturale" in cui ha raccolto i capitoli che aveva già dedicato allo scrittore in opere precedenti, integrandoli con lo studio della produzione teatrale. Purtroppo la scarsità delle informazioni di cui sembra disporre Barilli compromette seriamente i risultati del suo lavoro, che discute ancora il "ritardo" dell'attività drammaturgica di Pirandello e il suo "rifiuto" del teatro senza avere alcun sospetto dell'interesse che lega lo scrittore al mondo teatrale fin dagli anni della giovinezza; affronta la questione degli inizi dialettali della drammaturgia pirandelliana trascurando il fondamentale epistolario Pirandello-Martoglio pubblicato da Sarah Zappulla Muscarà nel 1980, e si preoccupa di indicare al lettore i non molti studi sul rapporto tra Pirandello e il teatro d'avanguardia dei primi decenni del secolo dimenticando che sull'argomento si è svolto un convegno internazionale i cui atti sono apparsi nel 1983. Il Pirandello che ne emerge è così singolarmente avulso da tutte le conoscenze che si sono accumulate negli ultimi anni.
Più interessanti - e criticamente molto più aggiornati - sono i tentativi di studiare i testi pirandelliani in stretto rapporto con le vicende della loro messa in scena, raccolti da Roberto Tessari nel fascicolo monografico di "Quaderni di Teatro" (novembre 1986) intitolato "Pirandello tra scrittura e regia". Una decina di studiosi ha affrontato la questione da angolazioni diverse raggiungendo risultati spesso illuminanti: tra questi sono le considerazioni di Rössner sulle regie pirandelliane di Reinhardt.
In una direzione analoga si orienta anche il volume "Testo e messa in scena in Pirandello" (La Nuova Italia Scientifica) che raccoglie con estrema tempestività una parte delle relazioni tenute al convegno organizzato in dicembre ad Agrigento dal Centro nazionale di studi pirandelliani. Cinque testi ("Il berretto a sonagli, Sei personaggi in cerca d autore, Enrico IV, Questa sera si recita a soggetto, I giganti della montagna") vengono analizzati in riferimento ai problemi che pongono nella loro concreta rappresentazione teatrale.
Tra i contributi particolarmente suggestivi emergono il saggio di Franca Angelini sui rapporti di Pirandello con la regia, gli studi di Artioli e Tessari sui "Giganti della montagna" e l'accuratissima relazione, ancora di Alonge, sulle messe in scena dei "Sei personaggi".
Di carattere del tutto particolare, infine, è l'importantissimo volume "Pirandello capocomico" di Alessandro D'Amico e Alessandro Tinterri pubblicato da Sellerio. Il libro è dedicato alla vicenda che vede Pirandello nel 1925, al culmine della sua celebrità di autore drammatico, assumere la direzione di una compagnia teatrale, in buona parte finanziata da Mussolini che tende a utilizzarla come prestigioso esempio del rinnovamento culturale italiano promosso dal fascismo.
Come direttore della compagnia Pirandello cura la messa in scena di una cinquantina di opere. Si tratta di testi di altri autori, come "Nostra Dea" di Bontempelli, "Ciò che più importa" di Evreinov, "Vulcano" di Marinetti, "La donna del mare" di Ibsen (in tutto poco meno di una trentina), di alcune novità pirandelliane presentate appunto in prima assoluta (come la "Sagra del Signore della nave", "Diana e la Tuda", "La nuova colonia"), e infine di testi di Pirandello già rappresentati da altre compagnie.
A questa vicenda quasi del tutto trascurata dagli studiosi, D'Amico e Tinterri hanno dedicato un'accuratissima mostra, costruita in buona parte con i materiali conservati nei fondi del Museo dell'Ettore di Genova, che si è inaugurata a Palermo in dicembre. Il libro, preparato per questa occasione, raccoglie tutta la documentazione oggi disponibile sull'argomento. Si apre con una breve introduzione di Tinterri, prosegue con una dettagliata cronistoria dell'impresa e quindi con l'analisi particolareggiata di ognuno dei cinquanta spettacoli, dalle notizie sulla preparazione della messa in scena fino alle reazioni della critica. Si chiude con lo studio dei rendiconti economici della compagnia e con un'appendice di testimonianze dell'epoca. Si tratta di un volume fondamentale che offre materiali rarissimi e illuminanti non solo per lo studio della figura di Pirandello ma anche per la comprensione della vita teatrale italiana negli anni venti.

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