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Pluralità e mutamento. Riflessioni sull'identità al femminile
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4
1988
224 p.
9788820422240

Voce della critica


(recensione pubblicata per l'edizione del 1987)
recensione di Loriga, M., L'Indice 1988, n. 3

Come spiega nella ricca introduzione di questo suo ultimo libro Chiara Saraceno appartiene a una generazione di donne che - in modi diversi - hanno contribuito a mettere in discussione le differenze sessuali incorporate sia nelle strutture sociali che nelle mappe cognitive con cui donne e uomini continuamente si confrontano nell'organizzare la propria vita e costruire i propri rapporti. L'autrice volge la sua attenzione verso i processi dl formazione e trasformazione dell'identità femminile: la definizione di genere non è intesa come una premessa naturale della nostra società ma piuttosto come un prodotto culturale e sociale modificabile nel tempo.
Così, gli otto saggi raccolti nel libro - sotto certi aspetti molto diversi tra loro - riguardano tutti il mutamento: trasformazioni demografiche, tecnologiche, nella percezione del tempo, nelle scelte di maternità, etc. In particolare l'autrice indaga il rapporto tra i mutamenti sociali generali e i mutamenti nell'esperienza femminile; un rapporto che non è affatto ovvio e scontato. Studi recenti hanno infatti criticato la tradizionale periodizzazione storica, mostrando come alcuni fenomeni che generalmente sono stati considerati dei punti di svolta non sempre siano tali nell'esperienza femminile; i criteri cioè con cui valutare il mutamento non sono uguali. Non sono gli stessi per uomini e donne, ma non sono gli stessi neppure per tutte le donne. Spiega l'autrice nel primo e nel quinto saggio - dove mostra come il movimento delle donne, nato a partire dalla riflessione sulla differenza tra uomo e donna, abbia consentito l'emergere di differenze tra le donne, irriducibili a un'unità di genere - che il mondo femminile è attraversato da molte e continue diversità (nel grado di oppressione nei livelli di identificazione con il ruolo, nelle percezioni e nei progetti di sé come donna). E queste differenze emergono tanto più quando, come nel caso della Saraceno, si cerca di cogliere non soltanto gli effetti più vistosi e appariscenti, ma anche le risonanze profonde del mutamento. Il libro infatti non si limita a studiare i mutamenti nel comportamento (per esempio: comportamenti demografici, livelli di istruzione, partecipazione al mercato del lavoro, etc.) ma cerca anche di valutare in che modo questi mutamenti indichino delle trasformazioni nei modelli di valore. Due livelli di analisi che non coincidono inevitabilmente. Per esempio, il fatto che sia aumentata la partecipazione femminile al mercato del lavoro non significa necessariamente che si siano trasformati i valori e le strutture di priorità da parte delle donne. Lo sguardo della Saraceno è dunque rivolto non soltanto ai mutamenti strutturali ma anche agli effetti che tali mutamenti hanno prodotto nell'immagine di sé.
Lo studio delle trasformazioni dell'identità femminile implica la considerazione di tre aspetti fondamentali: in primo luogo, il senso soggettivo dei comportamenti; quindi le circostanze in cui un mutamento nelle condizioni materiali si ferma al livello comportamentale, senza intaccare la definizione di sé o la propria immagine sociale, e quelle in cui genera cambiamenti nei valori e nei modelli culturali; si pone infine la questione della durata del cambiamento e del tipo di trasmissione da una generazione all'altra: si tratta di capire in che misura e in che modo un cambiamento divenga una struttura di comportamento, cioè un modello di normalità per le generazioni successive, e quali dimensioni vengono trasmesse oppure distorte.
In quest'ottica il problema del mutamento è strettamente intrecciato a quello della pluralità, non soltanto nel senso che esistono profonde differenze di condizioni materiali tra le donne, ma anche nel senso che la Saraceno, lontana da una concezione statica e unicentrica dell'identità, parte dal presupposto che nell'individualità contemporanea coesistano diversi mondi relazionali e simbolici. Per quanto riguarda in particolare l'esperienza femminile, non si tratta soltanto del problema della doppia presenza - cioè di biografie femminili caratterizzate da più traiettorie (quella lavorativa, quella familiare, quella della partecipazione politica, etc.). La pluralità è un tratto distintivo anche nell'esperienza della donna casalinga. Così la famiglia, anche quando è l'ambito di riferimento principale ed esclusivo, costituisce comunque un contesto mutevole e diversificato, che richiede continui riaggiustamenti e ridefinizioni.
In quest'analisi, tesa dunque a cogliere i segni di mutamento e pluralità che caratterizzano l'odierna esperienza femminile, la Saraceno, dopo aver passato accuratamente in rassegna gli studi classici e quelli più recenti sull'identità femminile (Mannheim, Thomas, Erikson, Irigaray, Montefoschi, Gruppo dello Stone Center Wellesley - USA) mostra i pericoli che possono celarsi nel concetto d'identità, e in particolare sottolinea il rischio di considerare il mutamento esclusivamente in chiave evolutiva, vedendo cioè i processi identitari come tendenti a una meta (identità matura, stabile e adulta) e di riassumere l'esistenza in un calendario fatto di tappe e fasi. Per questo l'autrice preferisce l'approccio biografico, attento a vedere come l'individuo produca e progetti costantemente la propria esistenza e che considera anche la condizione adulta come un periodo di trasformazione.
Non è possibile purtroppo esaminare dettagliatamente i diversi saggi che compongono il libro. Ma vorrei almeno sottolineare un tema che considero particolarmente interessante e attuale. Si tratta dell'ultimo saggio del libro, intitolato "Trasformazioni nel corso di vita femminile" nel quale l'età è considerata un importante elemento di differenziazione dell'esperienza, in quanto indica non solo una possibile diversa fase della vita ma anche una diversa appartenenza storica. Rifacendosi al concetto della doppia presenza elaborato sulla fine degli anni '70 da Laura Balbo e ripreso in seguito da altre studiose, Chiara Saraceno analizza con molta sensibilità tre gruppi di età o coorti contigue. La prima coorte è costituita da donne oggi tra i 40 e i 50 anni, da quelle cioè che hanno visto emergere la cultura dei consumi e nello stesso tempo sono state protagoniste e testimoni delle prime rotture culturali degli anni '70 - sia nell'accesso al mercato del lavoro che nell'approccio educativo. Tali fenomeni vissuti nell'adolescenza o prima giovinezza distinguono questa coorte dalla generazione delle loro madri. Dopo l'esperienza matrimoniale e di maternità, queste donne entreranno (o torneranno) nel mercato del lavoro, e molte di loro saranno protagoniste del movimento degli anni '70. La seconda coorte riguarda le donne nate tra il '47 e il '57, cresciute dunque in un mondo in cui la cultura di massa era la norma, e che sono state le prime ad incontrare problemi per trovare lavoro, l'aumento della occupazione e della disoccupazione femminile degli ultimi quindici anni coinvolge le donne appartenenti a questa coorte. I movimenti politici degli anni '60/'70 (e anche il movimento femminista) hanno avuto un posto importante nei loro anni formativi, e la socializzazione politica è stata da loro vissuta come un processo di rottura generazionale.
Inoltre, esse sono entrate nell'età adulta quando il movimento femminista aveva ormai un riconoscimento e una pregnanza che contribuivano a realizzare alcuni importanti cambiamenti sociali (legge sul divorzio, legalizzazione della contraccezione e dell'aborto, riforme del mercato del lavoro, ecc.). Alla terza coorte appartengono le donne nate fra il '62 e il '66, quelle cioè che entrano adesso nella vita adulta. Questa coorte, forse anche a causa della crisi occupazionale che riguarda soprattutto i giovani, nutre un'immagine di uguaglianza fra i sessi, e per la prima volta, in Italia, essere giovani è un'esperienza riconosciuta e fortemente connotata socialmente.
Nelle pagine finali del libro l'autrice nota come le tensioni verso i genitori siano ormai attenuate, anche perché i genitori stessi sono oggi diversi, e nota anche come sono cambiati clima e codice di espressione nei rapporti tra le generazioni. Le generazioni più giovani non sono così conflittuali come le precedenti, e le sensazioni di impotenza e rassegnazione non si rivolgono tanto a soggetti precisi quanto a situazioni impersonali (mercato del lavoro, disoccupazione, ecc.).
Contrariamente al passato, le giovani dell'ultima coorte aspirano non tanto a una professione definitiva quanto a un'attività che consenta di vivere esperienze diverse, e sono disposte ad accettare lavori lontani dai propri interessi purché garantiscano loro un reddito sufficiente a proseguire certe sperimentazioni. Il lavoro cioè non è più fonte di realizzazione personale, bensì di stabilità economica. Analogamente i rapporti di coppia e la maternità, seppure Importanti, non sono percepiti come indispensabili in un prossimo futuro.
In sostanza, tra la seconda e la terza coorte si è prodotta una notevole modificazione, e se nella seconda è il codice di genere a dare un'identità anche conflittuale nel rapporto tra le generazioni e con la società, nella terza coorte il codice dominante è quello dell'età. Così le donne più giovani, talora anche in conseguenza di protezioni familiari, possono ignorare le difficoltà in cui si imbattono - per motivi di genere oltre che di coorte - e vivere la "doppia presenza" in modo non più così conflittuale che nelle generazioni precedenti.

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Conosci l'autore

Chiara Saraceno

1941, Milano

Chiara Saraceno è una delle sociologhe italiane di maggior fama riconosciuta per i suoi importanti studi sulla famiglia, sulla questione femminile, sulla povertà e le politiche sociali.Laureata in filosofia, ha insegnato sociologia della famiglia all’Università di Torino ed è stata direttrice del dipartimento di scienze sociali, del centro interdipartimentale di studi e ricerche delle donne e membro della commissione italiana di indagine sulla povertà e l’emarginazione. È anche professore di ricerca al Wissenschaftszentrum für Sozialforschung di Berlino.Collabora con i siti lavoce.info, neodemos.it, sbilanciamoci.info, ingenere.it ed editorialista del quotidiano «Repubblica».Nel 2005 è stata nominata Grand'ufficiale...

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