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scheda di Fo, A., L'Indice 1998, n.10
Raffinato specialista della nostra letteratura del Novecento, Roberto Deidier si
è soprattutto dedicato a Italo Calvino ("Le forme del tempo",
Guerini e Associati, 1995), a Sandro Penna (curando in due volumetti di Archinto
l'edizione del suo carteggio con Montale e delle lettere che ricevette da Saba)
e, più di recente, a una utilissima esplorazione delle riviste poetiche
degli anni ottanta ("Le regioni della poesia", Marcos y Marcos,
1996).Propone ora quasi simultaneamente un manualetto scolastico e un lavoro di
maggiore impegno.
Il primo, uscito presso Armando, è un raccomandabile panorama, ricco di
nozioni (fra cui fondamenti di prosodia e metrica), esempi e bibliografia, su
come si articola il linguaggio poetico e su come procurarsi i fondamenti
necessari a comprenderlo e, eventualmente, a inserirvisi con una ricerca
personale.
Nell'elegante volume edito da Marcos yMarcos nella collana "I saggi di
testo a fronte" diretta da Franco Buffoni, Deidier raccoglie invece alcune
singole brevi esplorazioni e le chiama a convergere con la propria personale
sensibilità di poeta ("Il passo del giorno", Sestante, 1995;
cfr. "L'Indice", 1996, n.1).Ne risulta così un saggio organico
che si apre con dense pagine di riflessione sulla natura della poesia e sulla
collocazione del poeta nel nostro odierno sistema letterario. Quella poetica
viene presentata come un'attività conoscitiva e inquadrata per tale sullo
sfondo delle due grandi categorie dello spazio e del tempo - unificate dalla
nuova fisica in quello Spaziotempo che qui trova un'allegoria nell'immagine del
mare, studiata nei due capitoli che sigillano la prima e più filosofica
sezione. Oltre a presentarsi come dotto e acuto saggio di teoria della
letteratura e di letterature comparate, per la quantità dei singoli
titoli esaminati il libro offre anche al lettore un personale e suggestivo
spaccato della produzione europea di fine millennio, da Loi a Pierro, alla
Rosselli, a Bertolucci, Giudici, Jaccottet, Machado, e via spaziando, senza
trascurare voci più appartate come quelle del poeta armeno Daniel Varujan
o del croato Tin Ujevic'.
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