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Il giovanotto malfido Giovanottin che vai la sera a veglia, e vegli un'ora, e poi te ne rivai, e trovi scusa che mamma ti chiama: e sei da me e vai da un'altra dama. E trovi scusa che mamma ti vuole: esci da me, e vai da un altro amore. Anonimo toscano
«Chiedo al lettore, quando troverà questo libro sul banco del suo libraio, di non commettere questi due errori. Primo: “Ah, tutta poesia… Sarà un libro bellissimo, ma per gente colta: e, forse, un po’ noioso…” Questo libro è un mosaico di trecentosessantacinque tessere sull’esperienza amorosa che ognuno di noi ha vissuto, vive e vivrà ancora, espressa attraverso brevi componimenti, in forma limpida e chiara, che chiunque potrà comprendere e apprezzare, dagli adolescenti agli adulti. Secondo e opposto errore: “Ah, tutta poesia… Sarà un libro bellissimo ma ci saranno un sacco delle solite poesie, che sono sicuro d’aver già letto”. I trecentosessantacinque brevi componimenti sono stati scelti per la loro novità e freschezza rispetto ai consueti repertori. Ci sono il nomade tuareg, il beduino del deserto, l’indio amazzone, lo tzigano della Valacchia, che cantano il loro amore. Ci sono gli anonimi poeti popolari di tutte le regioni italiane, i francesi e i fiamminghi del Cinquecento, i trovatori provenzali e spagnoli del Due e Trecento. Le letterature maggiori – dall’angloamericana, alla francese, alla tedesca, alla russa – sono rappresentate da poeti poco o nulla proposti e tradotti. E, tra gli italiani, ci sono i poeti piú rappresentativi delle ultime generazioni». Guido Davico Bonino
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