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scheda di Biscontin, J., L'Indice 1989, n. 4
Dopo quelle di K. Schwarzweller (1935) e di G. Fiocco (1939 e 1965) ecco una opportuna monografia su un artista di difficile collocazione tra Rinascimento e Manierismo (1483-1539) rimesso in luce dai numerosi studi e ricerche degli ultimi tre decenni. Dopo una breve presentazione il libro comprende un catalogo cronologico e ragionato delle opere dipinte e della grafica, corredato da documenti presentati da Paolo Goi. La concordanza tra le diverse schede dei cataloghi delle opere autografe di quelle attribuite e di quelle smarrite permette di apprezzare la ricchezza della documentazione, il lavoro di riunificazione e di classificazione dell'intera opera e la rivisitazione dei problemi alla luce delle ricerche più recenti. Come ad esempio la probabilità di uno o più viaggi a Roma di questo friulano che, d'altra parte ha viaggiato molto in Italia del nord e del centro. La verifica di tale ipotesi costituisce il nodo centrale della conoscenza dell'opera e la domanda intorno alla quale si articolano cambiamenti di datazione o l'esclusione di certi dipinti. L'attività di disegnatore, che era uno dei punti salienti della reputazione dell'artista nel XVII secolo poi dimenticata, ha visto crescere il corpus dei disegni da 44 per il Tietze (1944), a 91 per Ch. E. Cohen (1982), a 94 nella monografia di Caterina Furlan. La modernità del pittore è messa in risalto oltre che dal suo talento di disegnatore da quello di grande affrescatore, dotato del genio della organizzazione illusionistica dello spazio architettonico. "Pictor modernus" lo sarà ancora nell'invenzione dei cartoni per un ciclo di Ulisse da tradurre in una serie di arazzi per Ercole II a Ferrara, dove il Pordenone morì nel 1539.
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