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Il romanzo La Porta sulle Tenebre ci proietta ancora una volta nella Roma del XIX secolo, una Roma così diversa da quella che conosciamo oggi da creare nel lettore un senso di nostalgia così intenso da sembrare irreale. Dopo il successo ottenuto con Il palazzo del diavolo (vincitore del Premio Tedeschi), Massimo Pietroselli torna a guidare lo stesso gruppo di ispettori, in una storia solo apparentemente semplice, ma che nasconde segreti nelle pieghe dell’animo umano. Diversi i punti di forza di questo romanzo. Abbiamo già accennato all’ambientazione… è magico passeggiare per una città che sotto molti aspetti è sconosciuta. E l’autore impreziosisce il tutto con un’attenzione ai dettagli davvero notevole, regalando al lettore di oggi modi di dire, scenari sconosciuti, abitudini dimenticate… Poi ci sono i personaggi. Un romanzo deve vivere di una bella storia, sì, ma senza personaggi di un certo livello si può banalizzare anche l’idea più eccezionale. Allora impossibile non apprezzare il lavoro fatto per delineare così accuratamente i protagonisti di questo romanzo: Archibugi, Scialoja, Quadraccia… sono vivi, non macchiette buttate su carta. E quando un lettore “sente” realmente un personaggio, nota la differenza. Infine la storia. Con tutti i presupposti accennati, sarebbe stato un peccato rovinare l’affresco con l’ultima pennellata e per fortuna anche qui non rimaniamo delusi. Pietroselli ci accompagna attraverso la storia di Roma e dei suoi segreti più terribili, guidando abilmente i personaggi attraverso una trama fitta e intricata, una matassa che solo alla fine verrà sciolta. Per concludere, ancora una nota positiva: il ruolo che in questo romanzo è stato disegnato per Quadraccia, cinico e burbero. In questo romanzo l’autore investiga più a fondo l’animo del personaggio, avvicinandolo al lettore in modo quasi intimo. Andrea Franco
Pietroselli è un valido scrittore, cura il testo sin nei particolari e si nota una sapiente punteggiatura. L'ambientazione è discreta e alcuni personaggi sono caratterizzati con dovizia. Anche la trama è molto interessante, con qualche caduta qua e là che, tuttavia, non mina la validità dello sviluppo. A tratti, però, mi è parso poco chiaro, con personaggi che compaiono e scompaiono rendendo a volte tortuosa la comprensione dello svolgersi degli eventi. Infatti, l'unica pecca che può muoversi a questo libro è che, in molte pagine, manca di fluidità. Per il resto, è una lettura originale e convincente.
Peccato un corno! Ambientazione che affascina, periodo storico interessante con sullo sfondo lo scandalo della Banca Romana... E' vero: il romanzo scorre via, ma con molti colpi di scena dall'inizio fino all'ultima pagina! Intricate e avvincenti le trame..con molte "porte de reto" in una Roma avvolta dalle tenebre..."Ubiquique Suum"
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