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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2020
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buon giallo che conferma Matsumoto un ottimo scrittore.
Libro meraviglioso, non c’è che dire. Avevo già avuto modo di leggere un racconto breve di Matsumoto, Il ponte di Amagi, e in quelle poche pagine avevo avuto modo di apprezzarne lo stile asciutto ma dotato di un suo particolare lirismo. In questo romanzo ho ritrovato l’autore e amato il racconto. Un racconto che parte lento, posato, quasi in sordina, e poi d’un tratto esplode in un bellissimo crescendo di ansia, tensione psicologica e vendetta. Vendetta che, come spesso accade, si dimostra un’arma a doppio taglio capace di sovvertire le aspettative e le carte in gioco. Consigliatissimo, un piccolo gioiello!
Asai è quel che si definirebbe un uomo ordinario. Vive una vita tranquilla e soddisfacente, ha una moglie che ama molto e un lavoro di tutto rispetto che gli occupa tempo e molte energie. Durante una trasferta a Kobe, riceve una chiamata che lo informa della morte improvvisa di sua moglie. Eiko era malata, Asai lo sapeva, ma nelle circostanze della sua morte qualcosa non torna. È così che Asai decide di approfondire, indagando da solo, ma trascinandosi inconsapevolmente nelle spire di un destino che lo avvicinerà sempre di più alla sua rovina. Questo è il secondo libro che leggo di Matsumoto Seicho. Il primo è stato Tokyo Express, un racconto che ho trovato troppo faticoso, troppo cerebrale per potermi davvero coinvolgere. Un posto tranquillo ha invece riscattato a pieni voti la fama di quello che definiscono il "Simenon del Giappone". Questo è un libro che ci accompagna con garbo lungo un racconto inizialmente pacato e che si fa sempre più teso lungo la narrazione. Seicho è poi in grado di muovere una critica al sistema lavorativo giapponese con grande eleganza, senza scomporsi troppo.
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