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Il potere degli archivi. Usi del passato e difesa dei diritti nella società contemporanea - Linda Giuva,Stefano Vitali,Isabella Zanni Rosiello - copertina
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Descrizione


Questo volume si propone di mettere a fuoco le interazioni tra il mondo degli archivi e la realtà sociale. Il potere degli archivi, cioè la capacità a essi attribuita di rispondere alle domande e alle esigenze individuali e collettive, non si esaurisce soltanto nel loro valore culturale o simbolico, ma comporta ulteriori dimensioni di carattere giuridico ed etico, che tendono a farne uno strumento per difendere i diritti dei cittadini e vigilare sulla regolarità e la funzionalità dei poteri pubblici e del loro operare a beneficio della società. Tecnologie della memoria e istituzioni di conservazione e trasmissione del patrimonio documentario accumulato nel tempo, gli archivi possono rappresentare per molti dei loro utenti una sorta di "scatola nera", un meccanismo oscuro e complesso che gli autori cercano di decifrare illustrandone i mutamenti e gli usi, nel tentativo di avvicinare a essi un pubblico nuovo e tendenzialmente "di massa". Il volume si occupa dei nuovi problemi posti dal più tradizionale luogo di lavoro degli storici, l'archivio, e cioè dalle istituzioni destinate alla conservazione dei documenti e dal loro rapporto con la società contemporanea.
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
XI-211 p., Brossura
9788842492474

Voce della critica

"Beato colui che non ha mai messo piede in archivio", dichiarava Virgilio nelle Georgiche. I tre saggi raccolti in questo libro esortano invece, con entusiasmo, a frequentare gli archivi e a comprenderne il ruolo nella società contemporanea. Le vicende di quest'istituzione nell'Italia del secondo dopoguerra, dalla nascita dell'Archivio centrale di Stato fino quella del concetto di Beni culturali, illustrano esemplarmente i rapporti dell'archivio con la moderna ricerca storica: l'impiego e la corretta valutazione delle fonti, scritte, audiovisive e digitali, accomuna infatti le due discipline e ne raccomanda più che mai la stretta collaborazione. Riflettere oggi sul significato della narrazione storica e sulla distanza che la separa da quella di finzione, in nome di un principio di verità, significa anche interrogarsi sull'archivio come strumento indispensabile della memoria collettiva e individuale: di quella "memoria-identità" che può essere privata e familiare, ma anche locale, nazionale e perfino globale. Bene fanno, dunque, gli autori del volume a studiare il rapporto degli archivi con il potere e le variabili modalità giuridiche che ne regolano il funzionamento, poiché l'accessibilità, la segretezza e perfino la manipolazione dei documenti sono problemi insieme storici e politici: legati da una parte alla nozione di segreto di stato, dall'altra a quella dei diritti civili. Ma fanno altrettanto bene a descrivere l'immagine dell'archivio nelle rappresentazioni letterarie e artistiche: spesso descritto come un luogo desolato dell'oblio, esso appare anche come un intreccio fra passato e presente, i vivi e i morti, attraverso il quale (secondo le parole di José Saramago) "la volontà del ricordo potrà perpetuarci la vita".
  Rinaldo Rinaldi

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Conosci l'autore

Linda Giuva

1953, Foggia

Linda Giuva è autrice di monografie e di numerosi saggi sugli archivi dei partiti politici e di genere, sulle problematiche relative alle innovazioni dei sistemi archivistici, sul rapporto tra diritti e uso degli archivi. Professore associato di Archivistica alla Sapienza Università di Roma, membro di comitati scientifici di istituti culturali nazionali, ha preso parte a ricerche nazionali e internazionali e seguito alcuni progetti per il Centro DigiLab della Sapienza.Ha contribuito alla direzione ed al coordinamento dell’ordinamento e dell’inventariazione dell’archivio storico di Alba de Céspedes conservato a Milano presso gli archivi riuniti delle donne.

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