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Continua la pubblicazione da parte di questo editore di testi di alcuni dei più importanti economisti della scuola austriaca. Questo intervento di Böhm-Bawerk rappresenta un momento del Methodenstreit, la disputa sul metodo delle scienze sociali, che impegnò gli austriaci contro gli storicisti tedeschi sull’esistenza e la natura delle leggi economiche. Böhm-Bawerk, discepolo di Carl Menger e maestro di von Mises e Schumpeter, fu uno degli economisti più importanti nella storia del pensiero economico: fondamentali i suoi contributi sulla teoria del capitale e la sua critica a Marx. In questo breve intervento egli si domandò se fosse vera l’accusa rivolta all’economia politica di essersi liberata da un elemento troppo scomodo quale poteva essere quello normativo-istituzionale. In particolare la critica proveniva dalla scuola storica tedesca e dai marxisti, i quali, pur nelle loro diversità, sostenevano entrambi la necessità di un primato del politico sull’economico. La risposta dell’economista austriaco è decisamente negativa: ogni fenomeno economico è un fenomeno normativo in primis, poiché l’ordinamento sul quale si fonda, ossia il mercato, è basato sulla proprietà privata. Inoltre è indubitabile il fatto che la formazione dei prezzi così come la distribuzione della ricchezza siano massicciamente influenzati da fattori extraeconomici, sebbene esistano leggi economiche che lo scienziato economico è tenuto a scoprire con il proprio lavoro. Tuttavia proprio queste leggi economiche devono essere considerate come naturali: esse sono regolatrici dell’agire economico, e il potere politico non può fare altro che confermarle, tanto meno esso può soverchiarle, se non vuole causare danni. (G.B.)
scheda di Becchio, D. L'Indice del 1999, n. 10
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