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Anno edizione: 2019
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«Segalen si sprofonda nella profondità inversa del cielo, elevandosi» – Il Venerdì
Cime irraggiungibili, disumani silenzi e vertigini solari. Sono questi i luoghi della poesia di Victor Segalen: preghiere dedicate al Vuoto e all'Altezza, all'Infinito e al Diverso, raggrumate nelle sue due uniche raccolte in versi, Odes e Thibet, e consegnate ora per la prima volta al lettore italiano. Medico della Marina francese, viaggiatore e archeologo, Segalen è stato il naturale successore dei suoi connazionali e maestri Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud, con i quali condivide l'immaginario lirico e metrico e le mappe interiori di un voyage da consumarsi sublimemente tra le geografie ignote della propria fantasia. Spirito inquieto - si spinse dalla Francia agli Stati Uniti, dal Giappone all'Africa, dalla Manciuria alla Polinesia -, Segalen viaggiava più per ossessione che per piacere, più per inerzia che per diletto: marinaio, odiava il mare; storico dell'arte, era convinto che la bellezza risiedesse nell'immaginazione e non nelle tracce dell'essere umano sulla Terra. Anche per questa sua smisurata e apolide sensibilità, arrivato in Cina, dove le due raccolte sono ambientate, ciò che lo coinvolse non furono le miserie e lo splendore dell'Impero, ma la sottile, invisibile soglia che separa il regno degli uomini da quello degli spiriti, di cui si odono canti nascosti tra le rocce che il poeta è convocato ad ascoltare. Con la traduzione e la cura di Federico Pietrobelli e un illuminante scritto di Giorgio Agamben, "Preghiera orientale" è l'ultimo lascito di una delle voci più importanti della poesia moderna, e un invito commovente al silenzio e alla meditazione.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il volume qui presentato, pubblicato per Il Saggiatore nella collana La Cultura (pp. 205, €23), e intitolato Preghiera Orientale, racchiude le due opere poetiche più importanti del poeta francese: Odi e Thibet. Nella prefazione, curata da Federico Pietrobelli che è anche il traduttore delle liriche, si legge una ricca quanto sintetica esperienza letterario-biografica di Victor Segalen, che dona al lettore un panorama generale sulla produzione poetica e sulle esperienze di vita del poeta francese. Il volume, come già specificato, raccoglie la produzione poetica più significativa di Segalen; le liriche, corredate con testo originale a fronte, incarnano la voce originaria del loro autore, che si destreggia tra cime irraggiungibili, disumani silenzi e vertigini solari. La prima raccolta, Odi, è formalmente un prosimetro, ovvero un misto di versi e prosa. Alcune liriche sono infatti accompagnate da un breve commento, che illustra i temi cardine e il significato complessivo del componimento. Lo stesso Segalen chiarisce il nome dato alla raccolta: «La parola Odi è classicamente cinese. La forma sarà una poesia corta, concepita su un ritmo cinese […] che si accomuna dopotutto per la lunghezza di respiro al nostro [verso] Alessandrino. Ma ecco il tentativo: non credo si possa tradurre veramente una poesia cinese senza circondarla di ciò che la circonda veramente in Cina, il suo commento.» La seconda raccolta, Thibet, specifica Pietrobelli, «vuole essere, nel suo sforzo oratorio eterogeneo, nel suo dettato colorito e andante, nel suoi molti orli rimasti sdruciti, un canto d’elogio a un paese sfiorato per due volte con lo sguardo e percorso in pensiero attraverso narrazioni altrui, paese vissuto in immagine, […] con augurio che orizzonte del mondo e orizzonte della lode tornino a coincidere.»
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