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Caso di indagine originale e nuovo (almeno per me) quanto ad ambientazione e collocazione storica e geografica. In un’Atene caotica e sconvolta dalla crisi economica, l’autore intesse una trama forse non troppo brillante, ma con personaggi centrati bene e riferimenti a situazioni socio-economiche interessanti. Nel complesso, una lettura molto piacevole.
Nella Grecia sconvolta dalla "Troika", con tagli che gettano nello sconforto la squadra omicidi di Atene, Charitos e i suoi preoccupati per il futuro devono indagare su omicidi di finanzieri e banchieri, con manifesti dove si invita a non pagare le banche. Come sempre se non si è stati ad Atene le descrizioni topografiche sono eccessive ma si perdona il difetto per la bravura dello scrittore nel coinvolgere il lettore dalla suspense alla vita familiare di Charitos.
Primo volume della "trilogia della crisi" di Markaris (seguono "L'esattore" e "Resa dei conti", con un'appendice in "Titoli di coda"). La presenza fortissima della città (Atene), con l'ossessione quasi topografica di restituire con precisione i tragitti (quasi che dovessimo seguire i movimenti del commissario su una mappa), l'insistenza sul traffico, sulle quotidiane manifestazioni che in quel periodo affollavano le strade della capitale e che danno una misura precisa della crisi che la Grecia stava (e sta ancora) attraversando, la passione per il cibo (che insieme alla città è la firma del giallo "mediterraneo", da Izzo a Montalbán a Camilleri) fanno di questo giallo un spaccato della vita quotidiana in Grecia ai tempi della crisi. Markaris, è colto, intelligente, critico, e ama far riflettere il lettore sulle difficoltà, a volte, di stabilire un confine chiaro tra l’assassino e le vittime.
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