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scheda di Baggiani, A., L'Indice 1990, n. 6
C'è un tempo per ogni cosa etc. etc. Mai frase più calzante di questa, per la disgraziata sorte di un romanzo di schietta polemica antiscolastica-antiautoritaria, certamente scandaloso - e censurato - negli anni quaranta, da noi fino a oggi inedito dopo esser stato stranamente ignorato dalle ventate libertarie sessantottine. Pur essendo di un comunista militante, noto scrittore satirico, affezionato cantore dei paesi dell'Est ma danese: abbastanza out anche per le egemonie di sinistra d'allora. Ma per fortuna, non è mai troppo tardi etc. etc. Di godibilissima lettura, soprattutto per l'acre humour che lo pervade, il romanzo è un (finto) giallo. L'assassinato, un professore; venticinque anni più tardi, per la solita festa di maturità retrò, si ritrovano, ovviamente imborghesiti, diciotto suoi ex-allievi. La memoria collettiva s'apre, in flash-back, su quegli anni dolorosi e perduti, tra patemi d'esame, violenze repressive e feroci scherzi da liceali. In questo clima matura il delitto perfetto; ma non diciamo di più, anche se non c'è suspense. Scherfig è evidentemente un pessimista, che prende di mira tutta la società borghese e non intravede felici prospettive. Abile a condurre il gioco delle voci collettive e della voce fuori campo che incarna l'opinione pubblica, costruisce il suo romanzo con taglio cinematografico: quanto basterebbe a spiegare l'ininterrotto successo del libro, tradotto ovunque. Ma l'idea centrale è l'esaltazione della fantasia e della libertà della vita contro la soffocante inutilità della scuola: la primavera, appunto vista dietro i vetri e mai più riconquistata; il valore dell'esperienza del mondo consentita ai lavoratori e non ai borghesi chiusi nelle aule. Questo l'autentico messaggio attuale del romanzo, cui perdoniamo perfino una traduzione mediocre e un'introduzione esauriente ma poco curata.
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