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Il tasso di cattiveria sta crescendo sempre più. Sulla cattiveria si stanno costruendo rendite elettorali e fortune politiche e antipolitiche. Le macchine economiche, mediatiche, sportive e di altro tipo funzionano facendo venire fuori il peggio dalle persone e dal paese. Ovunque esasperazione, invidia, risentimento, livore, paura. L'Italia di questi anni è la fabbrica della cattiveria. Perché parliamo di cattiveria? Perché usiamo questa definizione un po' infantile di «cattiveria» e non utilizziamo invece altre parole che hanno un più affermato pedigree culturale: crudeltà, violenza, ecc... ? Lo facciamo perché ci sembra più proporzionale e più giusto che molti dei fenomeni di questi anni siano privati della nobilitazione rovesciata che queste altre parole si sono conquistate nel discorso della modernità.
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