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Anno edizione: 2024
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Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre dell’autore del Gattopardo, e autrice a sua volta di un’opera di cui non si sono salvate che poche pagine, diventa protagonista di questo romanzo grazie a Ruggero Cappuccio, il solo scrittore che poteva – per cultura, sensibilità, storia personale – ridarle vita.
«Quando capì di aver vinto il duello con se stessa?»«Non ho mai capito di averlo vinto. Ho capito soltanto che i duelli tra l’amore e il dolore finiscono sempre in parità.»
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Un bellissimo romanzo, dalla ricostruzione storica precisa ma, nello stesso tempo, avvincente. Tutti i personaggi sono tratteggiati con finezza, comprese le semplici 'comparse ', attraverso una accorta costruzione del loro linguaggio ( anche dialettale); in questo senso, non si può non citare il personaggio di Accursio. Non mancano i momenti più lirici e immaginifici a rendere la lettura più che piacevole. Alla fine , siamo anche noi lettori tristi di dover abbandonare palazzo Lampedusa , la principessa Beatrice ed Eugenia , perché 'la letteratura è la prova scientifica di fatti immaginati'
Sono rimasto affascinato da “capolavoro d’amore” ed ho amato “fuoco su Napoli”, “la principessa” mi ha a tratti coinvolto ed in altri un po’ annoiato. Il linguaggio sempre forbito e bello (caratteristica saliente dell’autore) si trova in diversi passaggi. Poi però questo “sogno” ininterrotto in alcuni brani diventa molto lungo e dispersivo, per poi invece rifondersi con la storia e riprendere impeto. Ne consiglio comunque la lettura. Stiamo parlando di un grande autore che scrive ancora con il piacere della bella scrittura.
Pensavo di poter leggere una bella storia romanzata della Principessa di Lampedusa, madre dell'autore del Gattopardo. Quindi pensavo ad una bella saga familiare un po' nello stile della dinastia dei Florio. Pensavo...non è stato così. Questo romanzo mi ha delusa e annoiata, Chi ha scritto che "il capitolo 9 è un vero capolavoro" sicuramente non ha letto il libro. Ho stentato a finirlo di leggere, volevo mollarlo e riportarlo in biblioteca: per fortuna non l'ho comprato.
Recensioni
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