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Registrazione davvero mitica che si pone come ineludibile punto di riferimento nella storia interpretativa dell'opera e del canto belliniano in genere.Ottime la direzione e l'orchestra mentre un po' scialbo il coro.I cantanti sono superlativi.La Sutherland,dopo la prima incisione,non sfigura davanti alla se stessa di anni prima,superandola anzi dal punto di vista interpretativo:aglilità a tutta prova,di fosforescente precisione e bellezza,acuti limpidissimi ed adamantini,linea di canto purissima ed espressivamente strepitosa,sia nei passi più scopertamente virtuosistici,sia in quelli di andamento liricizzante.Ascoltare per credere(son vergin vezzosa,vien diletto,rondò finale).Pavarotti è l'Arturo per eccellenza.Canto immacolato a tutte le altezze,accento vibrante unito al timbro di rarissima seduzione,delineano un personaggio vivo pur nell'araldica stilizzazione tipica dell' opera seria del primo ottocento.L'aria del primo atto squilla in modo addirittura perentorio,all'interno di una linea di canto formidabile;il duello di sfida e la scena con Enrichetta sono scomodissimi quanto a scrittura ma Pavarotti li domina egregiamente e quanto al terzo atto basti dire che è un vero e proprio modello di stile data la sua perfezione(canzone del trovatore, duetto,con tanto di re acuti lanciati in modo incredibile)e la sua intensità(qualità presenti anche nel temibile Credeasi misera dove la regione acuta è puro argento e quanto al fa sovracuto, non sarà una nota sublime, ma è gloriosamente presente all'appello).Cappuccilli e Ghiaurov cantano il miglior finale del secondo atto presente su disco con proprietà d'accento e di lina che non li abbandonano durante il resto dell'opera, uniti a due timbri tra i più belli e grandi del dopoguerra.Comprimari passabili che non inficiano il livello dell'incisione che anche tecnicamente è fenomenale.
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