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Qualcosa - Chiara Gamberale - copertina
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Qualcosa

Descrizione


Una storia che ha la leggerezza della fiaba e la profondità di un classico. Un’originalissima riflessione sul dolore, l’amicizia, l’amore e il (non) senso della vita a partire dallo «spazio vuoto» che ognuno ha dentro di sé.

«Qualcosa di troppo, più che il nome della principessa del nuovo libro di Chiara Gamberale, è un ruggito a un mondo che viaggia con il pilota automatico. La sintesi più bella che potevano mettere insieme Qualcuno di Importante (il Padre) e Una di Noi (la Madre). Per lei non esistono pit-stop. Bisogna correre persino quando le ruote sono sgonfie. E fa niente se gli altri non ti capiscono.» - Carlo Baroni, Corriere della Sera

«Il romanzo di Chiara Gamberale è una favola per adulti dagli echi calviniani.» - Paola Dezi, Corriere Adriatico

«La Principessa Qualcosa di Troppo crescerà attraversando il dolore e scoprendo che l’amore, a volte, è questione di Niente.» - Vanity Fair

«Una favola leggera, che interseca i significati profondi dell’amore, dell’amicizia, del dolore, degli intrighi che fanno dell’esistenza uno spazio terremotato.» - Mariapia Bonanate, Famiglia Cristiana

«Chiara Gamberale indaga sul dolore, sulla ricerca dell'amore che sconfina nell'ossessione e ironizza sui social network.» - Francesco Musolino, Il Fatto Quotidiano

«Poetico, vero, non retorico, cristallino. Da leggere.» - Gabriele Ottaviani, Convenzionali

«I toni sono lievi e surreali, le parole viaggiano in coppia con le illustrazioni di Tuono pettinato, e i concetti sono tosti. Il lieto fine c’è ed è filosoficamente immenso.» - Marie Claire

«Chiara Gamberale ha messo nel suo nuovo romanzo l’intero mondo delle nostre ossessioni, del tormento e delle corse affannate nelle mani di una ragazzina di tredici anni con gli occhi gialli e spalancati che cerca di imparare a vivere.» - Il Foglio

«Chiara Gamberale spiega l’automatismo per cui molti passano puntualmente dall’esultanza per aver trovato la presunta metà della mela alla delusione per essersi sbagliati.» - Donna Moderna

«Un romanzo che è anche una fiaba. E che "suona" come una canzone.» - il Venerdì di Repubblica

«Chiara Gamberale, sulla scia della grande tradizione dei Calvino e dei Rodari e senza tradire la sua storia letteraria, costruisce fiabescamente una lettura lucida ed efficacissima dell’oggi.» - Il Messaggero

«Una favola da leggere a diverse età.» - L'Espresso

"...E le prese, all'improvviso, una grande nostalgia di Niente..."

La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. Ma quando, per la prima volta, un vero dolore la sorprende, la Principessa si ritrova «un buco al posto del cuore». Com’è possibile che proprio lei, abituata a emozioni tanto forti, improvvisamente non ne provi più nessuna? Smarrita, Qualcosa di Troppo prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a «non-fare qualcosa di importante». Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del «non-fare», del silenzio, perfino della noia: tutto quello da cui è abituata a fuggire. Tanto che, presto, Qualcosa di Troppo si ribella. E si tuffa in Smorfialibro, il nuovo modo di comunicare per cui tutti nel regno sembrano essere impazziti, s’innamora di un Principe sempre allegro, di un Conte sempre triste, di un Duca sempre indignato e, pur di non fermarsi e di non sentire l’insopportabile «nostalgia di Niente» che la perseguita, vive tante, troppe avventure… Fino ad arrivare in un misterioso luogo color pistacchio e capire perché «è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura». Chiara Gamberale, abituata a dare voce alla nostra complessità, questa volta si concentra sul rischio che corriamo a volere riempire ossessivamente le nostre vite, anziché fare i conti con chi siamo e che cosa vogliamo. Grazie a un tono sognante e divertito, e al tocco surreale delle illustrazioni di Tuono Pettinato, Qualcosa ci aiuta così a difenderci dal Troppo. Ma, soprattutto, ci invita a fare pace col Niente.
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Dettagli

2017
9 febbraio 2017
192 p., ill. , Rilegato
9788830447677
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Indice

Le prime pagine del romanzo

«È una bambina, è una bambina!».
Era una bambina.
La notizia correva per le bocche, per le strade, s'infilava sotto la porta di ogni casa del regno.
Qualcuno di Importante e Una di Noi, la sua sposa, avevano finalmente dato alla luce il loro primo erede: una bambina.
Da anni i sovrani, pazzi d'amore l'uno per l'altra e pazzamente amati dal loro popolo, si consumavano nella pena di non riuscire ad avere un figlio.
La loro gioia, adesso, era la gioia di tutti, di tutti la loro festa.
Però.
Però c'era un però.

E il però era proprio lei: la Principessa.
Dal primo strillo, appena la madre la strinse fra le braccia, fu chiaro ai genitori che in quella creatura c'era qualcosa.
Qualcosa di complicato da spiegare.
Qualcosa di evidente.
Di pericoloso.
«Com'è possibile?». La Regina Una di Noi, pallida in volto e smarrita nel cuore, confidava che il marito comprendesse il mistero che a lei sfuggiva. «Com'è possibile che, con un solo vagito, la nostra piccolina abbia fatto esplodere un lampadario? Esplodere! Un lampadario!».
Eppure proprio questo era successo.
Dalla minuscola bocca della Principessa era uscito un urlo talmente acuto che i milletré cristalli del lampadario avevano cominciato a oscillare impauriti.
«Calmati, calmati, piccola mia», sussurrava Una di Noi.
Ma, per tutta risposta, l'urlo della Principessa diventava ancora più acuto. E lungo. E disperato. Come se volesse arrivare a tutto il mondo perché nessuno, proprio nessuno, fosse escluso dall'annuncio: «Io esisto!».
«Calmati, calmati», insisteva sua madre.
Ma la bambina ancora di più si agitava.
E urlava.
Urlava urlava urlava.
Finché lo schianto del lampadario riuscì a urlare più forte di lei.
E a fermarla.
Se non fossero stati i labbrucci di un esserino appena nato - incerti, di carta velina, appena disegnati -, a guardare la Principessa in quel momento si sarebbe detto che sorridevano. Fieri: milletré cristalli esplosi.
E mentre Qualcuno di Importante fissava sua figlia, spaventato ma nello stesso tempo segretamente affascinato da quell'incidente, anche la bambina lo fissava. Con occhi gialli, spalancati come finestre, che i neonati non dovrebbero avere, non hanno.
Ma che lei aveva.
Perché, appunto, in lei c'era qualcosa.
Qualcosa di complicato da spiegare.
Qualcosa di evidente.

Qualcosa di troppo.

Valutazioni e recensioni

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Roberto Mac
Recensioni: 5/5
Deluso

Mi aspettavo un po' di più e invece l'ho trovato deludente. Peccato!

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Morena
Recensioni: 4/5

L'ho trovata davvero una bella storia, una lettura a mo di favola ma dal gusto adulto. Contenta di averlo letto.

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Ste
Recensioni: 3/5
Noioso

Deludente .. bella l'idea della favola e dell'inserimento di immagini anche divertenti. La trama però è ovvia e ho trovato la caratterizzazione dei personaggi poco profonda. A me personalmente ha parecchio annoiato, forse è questione di gusti....

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Voce della critica

Chiara Gamberale, abituata a dare voce alla nostra complessità, questa volta si concentra sul rischio che corriamo a volere riempire ossessivamente le nostre vite, anziché fare i conti con chi siamo e cosa vogliamo.

- Sai, Chiara Gamberale ha scritto un nuovo libro…
- Che libro?
- Una favola illustrata.
- Ma una favola tipo “C’era una volta una Principessa…”?
- Sì, esatto!
- E parla di una ragazzina capricciosa che ha un grande vuoto dentro?
- Sì, vero!
- E questa favola è dedicata a un grande amore passato?
- Sì, come fai a saperlo?
- Perché io sono il Grande Critico, e a me le storie che hanno come protagoniste le Principesse, i Cavalieri e altri personaggi Non troppo importanti non mi sono mai piaciute.
- Forse perché anche tu sei Qualcosa di Troppo…
- E chi è Qualcosa di Troppo?

Qualcosa di Troppo è una bambina molto amata e molto viziata, che ha passato tutta la sua infanzia tentando di attirare l’attenzione in tutti i modi, urlando, sbraitando ed esigendo sempre qualcosa di più. Quando amava, amava Troppo, e quando desiderava, desiderava Troppo. Anche quando soffriva lo faceva in maniera eccessiva e sovrabbondante, nessuno riusciva ad arginare la sua irruenza.

Poi un giorno conobbe un grande dolore, la perdita di sua madre, e quel giorno la Principessa Qualcosa di Troppo si imbatté per caso nel Cavalier Niente, un omettino molto strano, né vecchio né giovane, né bello né brutto, che insieme alla sua amica, Madama Noia, passava tutto il tempo a Non fare qualcosa. Qualcosa di Troppo ovviamente odiava Non fare, lei voleva correre nei campi, cavalcare i cervi, girare per il mondo. Voleva TANTO, voleva TUTTO, voleva TROPPO. Il Cavalier Niente invece voleva solo stare per conto suo e fischiettare, diceva che bisognava far pace con il proprio niente, il proprio vuoto, il proprio dolore, e non riempire, riempire, riempire la vita di cose inutili…

Tutto quello che il Cavalier Niente dice e predica alla piccola Qualcosa di Troppo, a volte deridendola o trattandola male, le risulta incomprensibile e inutile per gran parte di questo breve libriccino. Anzi la ragazzina inseguirà per molti anni la felicità nel modo sbagliato, prima seguendo Qualcosa di Buffo, poi Qualcosa di Blu, poi Qualcosa di Importante, poi Qualcosa di Speciale…. Saltellando da un posto all’altro, da una storia all’altra, cercando di ignorare quel vuoto che sente nel profondo dello stomaco.

Ad ogni incontro, durante ogni viaggio, la Principessa incontra Qualcosa e ottiene Niente, come succede nelle favole più tristi del mondo. È per questo che questo libro è una specie di Piccolo Principe, però al contrario, perché la giovane esploratrice che vediamo in queste pagine pur andando sempre avanti, non trova nuova saggezza e nuovi amici, ma invece torna sempre indietro, al Niente. Il suo niente vestito di stracci e coi capelli arruffati, il suo niente con un occhio verde e un occhio marrone, con gli occhialini tondi sempre logori.

Una favola che fa molto riflettere anche grazie ai disegni semplici di Tuono Pettinato, un illustratore capace con pochi tocchi di china e tre colori di base di esprimere tutta la gamma dei sentimenti che possiamo incontrare nel mondo. La semplicità di queste pagine e la profondità del loro messaggio sono l’esempio perfetto di come a volte sia necessario eliminare il sovrappiù, tornare all’essenziale, per comprendere noi stessi. Questo libro è il regalo perfetto per chi sta affrontando una strada in salita, ma anche per chi è già arrivato in cima; per chi quel Qualcosa lo ha già ottenuto e per chi è ancora lì a fare i conti con il suo Niente.

Recensione di Annalisa Veraldi

 

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I Ragazzini Abbastanza, che l’avevano sempre evitata, ora erano tutti lì a darle chi un abbraccio, chi una carezza, una biglia fosforescente, un invito a giocare insieme a rubabandiera, presto. Ma lei non li vedeva nemmeno. Si sentiva troppo abbandonata. Troppo sola. Troppo bucata nel cuore. Così, nel bel mezzo della cerimonia, quando il Re prese la parola per ringraziare il suo popolo, Qualcosa di Troppo ne approfittò. E fuggì via, con le sue gambe troppo veloci, via, via da tutta quella gente che era sì tantissima, ma anche pochissima e inutile e cattiva, se là in mezzo sua madre non c’era. (pag.34)

In un regno molto lontano viveva felice un Re e la sua splendida moglie. I due, dopo qualche anno di matrimonio, hanno una bambina talmente esuberante da meritare il nome di Qualcosa di Troppo. Ed è davvero così. Non riesce a stare ferma, corre, salta, ride e piange con molta intensità. Ma alla morte dell’amata madre, la piccola principessa si ritroverà con il cuore a pezzi. Anestetizzati i propri sentimenti la giovane Qualcosa di Troppo si imbatterà in una serie di pittoreschi personaggi che le cambieranno completamente la vita.

Spesso il modo migliore per parlare di qualcosa è farlo utilizzando parole semplici. E cosa ci può essere di più candido di una fiaba per raccontare i grandi temi della vita?

Chiara Gamberale racconta, con delicatezza e molta profondità, le vicende legate ad una giovane principessa che si ritrova a percorrere la più grande delle avventure, la vita.

Qualcosa di Troppo non è solo il nome della giovane protagonista che si impone nella storia con grande vitalità, ma è un invito dell’autrice a fermarci e riflettere poiché al giorno d’oggi, siamo sempre alla ricerca di “qualcosa” che possa riempire il nostro “cuore bucato” (un “buco troppo buco” come dice la Gamberale) e nel nostro ossessivo sforzo di riuscirci cerchiamo di colmare il vuoto con “Troppo”.

Uno splendido romanzo di formazione, ricco di metafore che fanno sorridere e riflettere allo stesso tempo.

Vivamente consigliato.

Recensione di Gabriele Scandolaro.

 

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Conosci l'autore

Chiara Gamberale

1977, Roma

Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Partita come giovanissima speaker radiofonica, ha collaborato con «Il Giornale» e nel 1996 ha vinto il Premio di giovane critica Grinzane Cavour, promosso da «La Repubblica». Ha esordito nel 1999 con Una vita sottile (Marsilio, premio Opera prima Orient-Express, Un libro per l'estate e Librai di Padova), seguito da Color Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i pagliacci (Bompiani 2002), La zona cieca (Bompiani 2008, premio selezione Campiello), Le luci nelle case degli altri (Mondadori 2010), L'amore, quando c'era (Mondadori 2012), Quattro etti d'amore, grazie (Mondadori 2013), Per dieci minuti (Feltrinelli 2013). Altre sue opere sono: Avrò cura di te (Longanesi 2014) scritto con Massimo Gramellini, Adesso (Feltrinelli...

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