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Anno edizione: 2019
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Anna Mittone racconta con ironia l’amore e le incomprensioni che caratterizzano il rapporto madre-figlia, mettendone in luce con coraggio anche i lati oscuri e i sensi di colpa, dal punto di vista di una mamma incasinata e impaurita quanto brillante e adorabile.
Posto che esistano genitori di figli adolescenti all'altezza del compito, quelli non eravamo noi
Silvia ha quarantasette anni, un ex marito e una figlia adolescente, Emma. Tra madre e figlia si alternano momenti di grande complicità ed epiche sfuriate - la normalità, insomma - fino al giorno in cui Emma parte con la sua classe per un viaggio di studio che la terrà lontana da casa per un anno, in Canada. Silvia l'accompagna all'aeroporto insieme a Luca, il suo ex marito e, proprio quando pensa che quella giornata non potrebbe contenere più emozioni di così, un drammatico imprevisto la inchioda alle sue peggiori paure: un attentato terroristico sconvolge l'aeroporto Charles de Gaulle durante lo scalo dei ragazzi. In preda al panico, Silvia decide su due piedi di partire per Parigi insieme a Michele, il padre di un compagno di Emma, conosciuto poche ore prima all'aeroporto. I due salgono in macchina diretti in Francia e, in un clima di dolorosa incertezza, dandosi il cambio alla guida tra una lacrima e una battuta per sopravvivere, durante quel lungo on the road avranno l'occasione di conoscersi. Anna Mittone racconta con ironia l'amore e le incomprensioni che caratterizzano il rapporto madre-figlia, mettendone in luce con coraggio anche i lati oscuri e i sensi di colpa, dal punto di vista di una mamma incasinata e impaurita quanto brillante e adorabile.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro da non farsi scappare per chi ama la narrativa contemporanea. Un romanzo che tratta il tema dell’adolescenza in modo estremamente realistico. Una storia da leggere senza fermarsi mai! Uscito l’estate scorsa, questo libro mi ha colpito inizialmente per la sua copertina, che non passa di sicuro inosservata, poi, certamente per il tema trattato: l’adolescenza. Una narrazione in prima persona, in cui la madre Silvia si racconta a noi; nei fatti, nei ricordi, ma anche nei suoi pensieri più intimi. Inizialmente viene a sembrare una lettura quasi divertente ed ironica. Ci si ritrova in descrizioni perfettamente realistiche di una quotidianità, ovviamente non semplice, quando il periodo dell’adolescenza si manifesta in famiglia. Bene, dopo i sorrisi di apertura, inizia il vero viaggio! Sembra un adolescente anche il libro: in maniera assolutamente inaspettata il ritmo aumenta, le emozioni hanno il sopravvento, l’ansia sale, passioni che sfuggono al controllo, il dramma che si rivela al lettore senza delicatezza (come d’altronde nella realtà); ed il finale arriva senza nemmeno accorgersene. I protagonisti sono descritti perfettamente, si riesce a viverli appieno. Il rapporto madre-figlia è narrato con precisione chirurgica fin nei piccoli particolari. L’autrice diverrà una vostra amica fidata in cui trovare conforto ma anche riscontro. Davvero una lettura che vi consiglio e se siete madri soprattutto di figli già grandi, se non addirittura proprio adolescenti, questa storia la amerete come l’ho amata io.
Un romanzo ironico sul rapporto madre - figlia rappresentato dai pensieri, ricordi, sensazioni che Silvia svuota come una cascata in piena, mentre con Michele percorrono in macchina un viaggio che li porterà in Francia, all'aeroporto. Qui, i loro rispettivi figli, Emma e Paolo, sono stati interessati da un attentato terroristico. L'ironia che si rivela dalla scrittura della Mittone rende meno amaro, meno doloroso un viaggio fatto di speranza. Ripercorrere la propria vita con la figlia, rappresenterà per Silvia l'ancora a cui aggrapparsi per evitare la disperazione. L'autrice con uno stile di scrittura rappresentato spesso da lunghi periodi in cui sono frequenti elenchi di emozioni, rievocazioni riesce bene nell'intento di suscitare nel lettore l'ansia di percorrere quel fiume in piena per giungere al sospiro di sollievo. L'unica pecca, l'unico momento in cui questo viaggio mi ha fatto arenare, è stata una scena intima che ho trovato assolutamente inutile e veramente poco credibile. Peccato, ma poi il viaggio è continuato.
Una storia scritta contrapponendo all'inevitabile angoscia di cui è permeata questa vicenda uno stile leggero e scanzonato.
Recensioni
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