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Anno edizione: 2022
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Libro finalista del Premio Biella Letteratura e Industria 2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo romanzo è il racconto dei 35 giorni di lotta degli operai della FIAT come risposta alla minaccia di un massiccio numero di licenziamenti, lotta svanita come d’incanto, o meglio sarebbe dire come in un incubo, a fronte della marcia dei 40 000 “colletti bianchi”. I Sindacati si arrendono velocemente e abbandonano gli operai al loro destino. Un episodio del 1980 che avvalora uno degli slogan del Movimento studentesco del ’68: “i sindacati sono la cinghia di trasmissione del potere”. Quello fu un punto di svolta della situazione sociale in Italia, tutte le conquiste ottenute dai lavoratori sul piano sociale, civile ed economico iniziarono ad essere corrose ed il processo non si è ancora arrestato; si tratta pertanto di un romanzo che oggi è quanto mai attuale riguardando situazioni odierne diffuse. Il racconto si svolge attraverso i pensieri, le angosce e le speranze di Josif, operaio della FIAT, di suo padre anche lui operaio FIAT e della sua ragazza Cristina da una parte e dall’altra i pensieri e l’azione di un immaginario signor Luigi protagonista dell’organizzazione della marcia dei 40.000. La duplice visione dei fatti evidenzia che non c’è solo la debolezza dei sindacati che porta alla disfatta, ma anche il prevalere dell’egoismo su qualsiasi ipotesi di solidarietà, con la classe borghese chiusa in se stessa e nei suoi privilegi (“io non ci sto a pagare per gli altri”) e nei suoi pregiudizi (“Torino è tornata ai torinesi e i terroni possono tornare a casa loro”). Il libro si legge velocemente percorrendo gli agili capitoli simpaticamente intitolati con le canzoni dell’epoca. E si chiude con due appassionate lettere di Josif, emigrato in Francia, e di Cristina, in cui i due giovani cercano di ricostruire la speranza di una vita migliore dopo la triste vicenda vissuta .
Recensioni
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