Le quattro conversazioni qui raccolte – tenute nella primavera del 2015 alla Biblioteca Ambrosiana di Milano – sono la testimonianza di un’attività di studio e di divulgazione che prosegue ininterrottamente dal 2009, quando, con la partecipazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università degli Studi di Milano, la Biblioteca Ambrosiana ha dato il via a una Scuola di Alta formazione in Filologia moderna: l’obiettivo era quello di fornire una strumentazione filologica e bibliografica direttamente collegata al patrimonio di libri e manoscritti conservato presso la biblioteca, che, fondata nel 1607 dal Cardinale Federico Borromeo per offrire a Milano un centro di pubblica lettura, era stata inaugurata nel 1609, ossia esattamente quattro secoli prima dell’avvio della Scuola. Dopo il primo biennio strutturato con corsi di paleografia e storia della scrittura, di filologia italiana e di filologia dei testi a stampa, di storia del libro antico e moderno e di storia delle legature, l’attività della Scuola è proseguita con cicli di incontri seminariali che, dedicati ogni anno ad alcuni specifici aspetti della filologia, si sono rivolti, in particolare, a un pubblico di studenti e di persone colte, gli uni e le altre interessate alle domande sul «perché», sul «come», sul «per chi» un testo è stato scritto, e interessate ad approfondire la storia della trasmissione dei testi. Il ciclo del 2015 ha proposto quattro argomenti che, su uno sfondo storico, introducono riflessioni teorico-metodologiche. Attraverso esempi di rilevante significato (nell’arco lungo di tempo da Petrarca a Gadda), gli incontri hanno portato in primo piano i metodi, gli strumenti, gli aspetti storici della filologia della letteratura italiana e sottolineato gli stretti rapporti tra filologia e linguistica, unendo un rigoroso specialismo a un’affabilità espositiva.
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