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Anno edizione: 2013
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Preso il libro perché citato in " per dieci minuti". La storia mi intrigava, e personalmente me la immaginavo diversa. Ci ho messo un po prima di capire il gioco di scambi, ma poi mi sn lasciata travolgere dalla storia. Piacevole e non troppo complicata, due personaggi distinti anche se nn li ho sentiti proprio vivi come in altri racconti.
Molte perplessità...... siamo davvero lontani dalla meraviglia de "Le luci nelle case degli altri". La morale del libro è piuttosto banale..... ci dice che l'erba del vicino ci appare sempre più verde di quanto non sia, anche quando al vicino piace di più l'erba del nostro giardino!!! Insoma... due donne insoddisfatte che pensano che la vita dell'altra sia perfetta..... Davvero niente di che. Non do un voto ancora più basso solo perchè il linguaggio della Gamberale risulta ancora una volta particolarmente scorrevole.... a tratti piacevole. Peccato!
Storia noiosa e inutile, piena di stereotipi e con personaggi dallo spessore psicologico sottile come un volantino delle offerte del supermercato.
Recensioni
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Erica e Tea, due donne dalla vita radicalmente diversa ma accomunate dalla medesima frustrazione personale.
Sono due poli opposti e come tali si attraggono: la prima moglie e madre perfetta, punto di riferimento per la propria famiglia; la seconda bellissima, famosa ma con grandi carenze affettive. Entrambe, di nascosto, si scrutano e sognano la vita dell’altra, l’una la trasgressione e l’altra la normalità.
Ad un anno da L' amore quando c'era torna in libreria Chiara Gamberale con un romanzo a due voci e tutto al femminile. Racconta le vicende esistenziali di due donne che, usando un supermercato come trait d’union, si spiano in silenzio e desiderano indossare l’abito dell’altra.
Erica ha un impiego fisso che le dà la giusta soddisfazione, un marito che la ama quanto basta e due figli che le riempiono il tempo tanto da farla esclamare: "Come si fa ad avere tempo per tutto quello che si ha da fare?" nel gruppo Quelli della mitica B del Rousseau 1991-1996 che ha creato su facebook insieme ai suoi ex compagni di scuola e su cui ritorna puntualmente ogni qual volta si sente nostalgica e ha bisogno di sfuggire alla routine domestica. Le sue giornate sono scandite dagli impegni familiari: l’asilo di Gustavo, i capricci di Viola e le partite a calcetto di suo marito. Una vita tranquilla, senza alti né bassi, ma tutta questa serenità la turba, le mette ansia e la fa sentire non all’altezza delle situazioni. Vorrebbe meno responsabilità, meno impegni dovuti e più leggerezza, si sente braccata da tutto ciò che nel tempo ha costruito e nei periodi negativi le sta persino stretto il ruolo di mater familias, così appena può, fra il reparto di gastronomia e quello dei detersivi, fantastica sulla vita di Tea.
Tea è la donna ideale: affascinante, turbolenta e sfuggente, quella che in parecchie vorrebbero essere. Sembra aver ricevuto dalla vita tutto ciò che si possa desiderare, un lavoro da attrice in un format che ha il consenso di critica e pubblico, un marito regista e un amico gay a cui poter confidare ogni segreto senza il timore che ti possa portare via il marito. Eppure a osservarla bene possiamo cogliere tutte le fragilità che questo personaggio si porta dietro a partire dal disastroso rapporto coniugale che la sfinisce giorno dopo giorno e le fa tornare a galla tutte le insicurezze accumulate. Per lei la felicità è senza dubbio la stabilità, quella normalità che scorge nell’altra, "la signora Cunningham", come la definisce affettuosamente, perché rappresenta la mamma dolce e amorevole che abbiamo conosciuto in Happy Days.
E allora il supermercato diventa il luogo dei desideri riposti e delle felicità attese, ma anche il posto dove fare i conti con le proprie insoddisfazioni e i propri limiti, un posto da amare ed odiare allo stesso tempo. È lì che le due donne, così diverse e uguali, saranno costrette a fare i conti con la vita e il proprio destino.
Chiara Gamberale utilizza uno stile asciutto e fresco mescolando dialoghi serrati a riflessioni estemporanee; senza utilizzare troppi ghirigori stila la lista delle necessità umane, da quelle semplici a quelle irrealizzabili. In questo modo ci regala un romanzo vivace, pieno di dettagli e attento alla caratterizzazione dei personaggi. Una storia che squarcia il velo d’ipocrisia che regola le nostre esistenze e mette in primo piano le insoddisfazioni personali di due donne che sono metafora delle nostre.
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