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Attraverso la fuga di Osvaldo, Corona racconta lo scorrere delle stagioni, costruisce un romanzo di colori (il bianco della neve, il rosso dell'autunno, il giallo dell'estate) e riflette sul potere salvifico della natura: Osvaldo, anche se in fuga, anche se braccato, anche se affamato, sarà felice in mezzo ai suoi boschi.
«Con una dedizione che il lettore percepisce chiaramente, Mauro Corona è riuscito in un’impresa non meno difficile che attraversare un crinale di neve marmorea. Scrivere quasi trecento pagine sullo stesso motivo – Svalt e Papo che passano a nascondersi da un monte all’altro – senza annoiare mai il lettore, ma al contrario entusiasmandolo. Racconti secondari incastonati nel principale come micronovelle, movenze da tradizione orale, «ma non devo dire le cose prima o faccio confusione», ci fanno sentire il rumore di una vena narrativa che ha un che di inesauribile.» – Alessio Torino, La Lettura - Il Corriere della Sera
Per sostentare la madre malata, Osvaldo ha bisogno di carne, e parte a caccia di camosci. Si prepara a passare parecchio tempo nel freddo del bosco, quando si imbatte in quello che sembra un enorme colpo di fortuna. Un camoscio appena ucciso, e sepolto nella neve dai cacciatori, che verranno a riprenderselo. Osvaldo cede alla tentazione e prende il camoscio. Non ci vorrà molto perché i legittimi proprietari, i gemelli Legnole, due brutte persone, di corpo e di anima, vengano a sapere chi ha rubato il loro camoscio. E decidano che il colpevole dovrà pagare con la morte. Inizia così per Osvaldo un anno di vita in mezzo ai boschi e alle montagne, tra agguati, pedinamenti, rischi mortali, in fuga dalla ottusa follia dei gemelli, fino al sorprendente finale. Mauro Corona, ispiratissimo, ci regala un romanzo travolgente, ricco di colpi di scena, e animato da personaggi tanto realistici quanto archetipici.
E' il primo libro di Corona che leggo e ho amato la montagna da lui descritta e raccontata. Le stagioni e i luoghi attraversati del protagonista diventano le stagioni e i luoghi del suo animo, in un viaggio che è una riscoperta di sé. Davvero bello.
penso di averli letti tutti i libri di Corona,il cui stile è si un pò ripetitivo, di solito, ma devo dire, da amante della montagna costretta a vivere sul mare ,che ,per me, questo è il più bello, Forse, come qualcuno ha detto, celebrativo e pubblicitario, per me non in eccesso! scrive di luoghi a lui noti, è normale li celebri o li denigri! cmq mi ha permesso piu delle altre volte,di sognare ,di ricordare i profumi e i suoni che amo e che mi mancano,l'ho letto in due giorni e non vedevo l'ora di trovare il tempo per la sua lettura.
ancora una volta mauro ci regala un racconto sul suo amore per le montagne la natura e gli animali apprezzo tantissimo la fantasia di creare un personaggio che secondo me è il frutto di ciò che è Mauro unito alla sue conoscenze all'amore per la sua gente e il suo territorio lo considero il giusto secondo capolavoro dopo la storia di neve
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