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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2024
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I kings of Convenience sono una delle mie band preferite, con la delicatezza delle loro canzoni, delle voci, la cura negli arrangiamenti e testi mai banali, sono una delle band migliori degli ultimi tempi. Visti dal vivo riescono a ricreare la stessa atmosfera di rilassatezza, intimità e gioia che traspare dall'ascolto della loro musica. Ideali quando si è stanchi del caos urlante del mondo.
Nell'ascoltare "Quiet is The New Loud" per la prima volta si prova la gioia per qualcosa - un tipo di musica e persino un atteggiamento verso di essa (attenzione, delicatezza, cura) - che si pensava perduto. Il disco del duo norvegese si appoggia quasi interamente su chitarra e voce. Il paragone con Simon & Garfunkel è tanto prevedibile quanto doveroso: le due voci si rincorrono, armonizzano, si contrappongono e più spesso si fondono perfettamente. Il brano che apre l'album, "Losing the Battle, Winning The War", ha il respiro di una canzone destinata a durare nel tempo. A motivi più pop ("Toxic Girl" e "I Don't Know What I Can Save You From") se ne alternano altri più jazzati ("Singing Softly To Me" e "The Girl From Back Then"). In un'opera già di per sé intimista, troviamo poi canzoni ancora più sobrie e contenute: "The Weight of My Words", "Leaning Against The Wall" ne sono perfetti esempi. Un amore infelice, tormentato e già perdonato sembra essere il filo conduttore tematico delle canzoni. Accanto a questo è presente un'ispirazione filosofica espressa spesso attraverso una struttura quasi epigrammatica: "Failure is always the best way to learn" o "Parallel lines, move so fast, toward the same point,infinity is as near as it is far". Un esordio notevole, una boccata di ossigeno per gli amanti della musica d'autore.
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