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Io nutro una grande stima per Louise Alcott, come scrittrice e soprattutto come pensatrice, e consiglierei questi libri a ogni pre-adolescente: mia figlia li ha divorati. Pero', la Alcott deve in pratica la sua fama a un solo libro veramente valido, e questo ispirato dalla sua propria famiglia - gli altri sono solo una rielaborazione della ricetta di quel primo. Eh si, la qualita' dei 4 romanzi e' molto disuguale, cala a ogni libro seguente(e' la sorte dei "seguiti" di libri di successo) La moralita', le "lezioni di vita", in "Piccole donne" ci sono gia', pero' amalgamate all'umanita', all'umorismo, ai vivaci e viventi ritratti delle protagoniste. "Piccole donne crescono" ancora ha fiato, ed e' accettabile. Pero' nei due prossimi romanzi,ambientati non a caso in una scuola innovativa, il soggetto e'- apertamente dichiarato - il come educare i ragazzi, ed inevitabilmente si sente sempre piu' questo peso della morale. Il lettore ha l'impressione che la storia non e' una vera storia che puo' coinvolgerlo, ma degli episodi staccati, atti a provare una teoria, a insegnare, a educare - un didascalismo invadente che rovina il piacere della lettura. Ogni ragazzo della scuola (e sono troppi, e fai un po' fatica a ricordarti chi e' ognuno) e' un esempio di un certo tipo di carattere, e tutti dopo aver fatto la marachella accettano la lezione morale con gratitudine e si sa che la maggior parte diventeranno delle brave persone. OK, uno ammira i metodi -veramente ottimi e innovativi - pero' lo stile del racconto e' troppo vecchio - ricorda un po' "Cuore", ma senza la poesia. Finito ogni capitolo, i due coniugi Bhaer si guardano soddisfatti e commentano sul bel raccolto che ha fruttato il loro giardino di anime. Mamma mia, che noia! E che delusione vedere Jo ridotta un fossile inutile, senza vita sua! I "Ragazzi di Jo" e' il peggiore dei 4. Scritto molti anni dopo "Piccoli uomini", sicuramente rispondendo alle richieste dei lettori, e' solo un resoconto -assai prevedibile e inutile - di cosa ha fatto ognuno da grande.
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