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Siamo nel 1963, a Eildon, paesino sperduto nell'immensità dell'Australia, che una decina d'anni prima ha conosciuto un periodo di vivace prosperità, quando una società americana l'ha utilizzato come base di appoggio per i lavori di costruzione d'una diga, dotandolo di nuove case, cinema e perfino campi da tennis. È un periodo di vacche grasse per tutti, ma quando gli americani, finiti i lavori, smobilitano, il paese ripiomba nella disoccupazione e nella miseria. È qui che comincia la storia di Bob, il protagonista del romanzo, un quindicenne mingherlino dotato di un'immaginazione sfrenata, che per combattere l'ozio s'inventa addirittura un telefono senza fili in fondo a una miniera abbandonata per parlare con interlocutori immaginari, perché "raccontare storie lo conforta". Sogna di fuggire e quando il padre, abbandonato dalla prima moglie, gli presenta la matrigna (con prole), sente che è scoccata l'ora di realizzare il sogno a lungo covato. Il libro segue l'itinerario zigzagante delle sue peregrinazioni. Bob non è Bruce Chatwin e il suo punto di vista è quello superficiale d'un ragazzo sfigato che confonde realtà e sogno. Vive come se le cose non accadessero a lui ma a un altro. Non lo riguardano, perché il suo vero destino l'attende alle Seycelles, nell'isola delle donne. La storia di queste fantasmatiche donne è la sua magnifica ossessione. Un fenomeno onirico, perché in realtà il suo erotismo è casto e velleitario. Il racconto in prima persona è intercalato da brevi corsivi dove la voce narrante sembra abbandonare il punto di vista adolescenziale per riflettere sulla figura del padre. È una voce adulta che infrange la magia del sogno per cercare di capire il rapporto con i genitori. L'ultimo di questi corsivi narra di un uomo che medita sulla tomba del padre e sembra parlargli. Una vicina lo riconosce e lo saluta: è Robert Hillman stesso, ormai uomo maturo, il giornalista e scrittore che con questo libro ha voluto rievocare, con divertita e divertente complicità, ma anche con molta tenerezza, le strampalate disavventure della sua adolescenza. Un libro sul difficile cammino verso la coscienza adulta e, non ultimo, sulla formazione dello scrittore stesso, dai suoi primi innamoramenti letterari alla sua matura capacità di concludere con un semplice epitaffio "il racconto" della vita del padre.
Susanna Battisti
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