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Rappresaglie dopo la Resistenza. L'eccidio di Schio tra guerra civile e guerra fredda
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Rappresaglie dopo la Resistenza. L'eccidio di Schio tra guerra civile e guerra fredda
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La notte del 6 luglio 1945 un gruppo di partigiani irrompe nel carcere di Schio aprendo il fuoco sui 'fascisti' lì rinchiusi e uccidendo 54 persone tra uomini e donne. Il libro avvalora la tesi che per comprendere più diffusamente questo episodio e per valutare il suo significato storico e le sue implicazioni etiche è necessario esaminare criticamente i miti e le forme della Resistenza entro cui esso si iscrive. Particolare attenzione viene dedicata al ruolo svolto dal Partito comunista italiano nella costruzione del mito della Resistenza durante i primi anni della guerra fredda, quando l'interpretazione delle vicende storiche avveniva in chiave politica.
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In commercio dal:
1 ottobre 2002
Pagine:
XV-156 p.
EAN:
9788842495581
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gian luca velelli
19 novembre 2002
peccato che ci siano voluti 50 anni per iniziare a parlare degli assassinii perpetrati dai partigiani ai danni di tanti giovani di salo' che si erano arresi con i patti stipulati anche con l'intermediazione di diversi sacerdoti, naturalmente una volta disarmati e quindi resi innocui venivano tranquillamente massacrati. Bisognerebbe parlare per giorni interi di quello che è stata realmente la resistenza, per la maggior parte un castello di carta , basta pensare che a marzo del 45 erano stimati 30.000 partigiani e aal 30 aprile 45 erano diventati 400.000 vergogna vergogna e ancora vergogna.
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Toniolo Renzo
13 novembre 2002
Il libro affronta l'argomento in maniera parziale,senza fornire risposte ai quesiti sollevati,senza concludere se l'eccidio fu cosa "giusta o giustificabile",anche perchè le argomentazioni fornite dall'Autrice non convincono e non si capisce dove vuole andare a parare.
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