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Assai interessante, proprio oggi che sono venuti meno i parametri storico-culturali del mondo della ufficialità cattolica in disfacimento, che per itinerario teologico e antidottrinale eppoi con il decadere della ufficialità traendo facoltà da se stessa si faceva antiteologia e dottrinalità… Tale ufficialità adesso svanita, nei nuovi rivolgimenti religiosi del terzo millennio, segnato intellettualmente dal recupero post-moderno delle tradizioni medioevali e filosoficamente dalla fine della diatriba tra analitici e continentali (per apertura alla riflessione glottologica e chiusura agli gnosticismi ma non alle gnosi), non è consentito il filosofare che permea tematiche e teorie del positivismo, dato che non si è prodotto alcun corrispondente rivolgimento culturale determinante a causa di altro e corrispondente antirealismo (oltre che per assenza delle basi extrafilosofiche, distrutte dalle nuove condizioni del cattolicesimo in Italia e nel mondo). Ora gli eventi del Villaggio Globale continuano segnando gli accadimenti ad esso inerenti unitariamente oltre che molteplicemente, secondo modalità inaccessibili a qualunque chiave analitica filosofica… Ma anni addietro non era così e la positività filosoficamente era epistemologica mentre le analisi filosofiche erano di segno negativo e ciò messo assieme avrebbe potuto esser deleterio sia per scientismo che per scienze! Senonché lo scientismo era già deleterio contro le scienze… Perciò questo confronto di realismo positivo polemizzando efficacemente contro lo scientismo non era avverso al progresso scientifico ma ne forniva chiave provvisoria di critica che esponeva ad oscurantista superamento, d'altronde ancora ineffettivo a causa dello stesso positivismo culturale imperante nel mondo delle scienze durante quegli anni. Ora non esistendo più la ingrata evenienza di un oscuramento completo della cultura autentica delle scienze, questo libro è diventato un intellettuale resoconto drammatico e non più tragico. MAURO PASTORE
Procedendo da diverse angolature (filosofia, letteratura, attualità) in questo libro Maurizio Ferraris dimostra come la sola salvezza, per il pensiero e per la nostra stessa vita, stia nella realtà, ma non nella sua nozione generica, bensì in quello "zoccolo duro" che non è interpretabile, modificabile attraverso l'applicazione di schemi concettuali. L'importanza, a mio parere, di questo nuovo lavoro di Ferraris, sta nel mettere in luce il senso positivo insito nella parte più scomoda e ostile del reale, quella che si oppone ai nostri desideri, alle nostre "favole", alle nostre proiezioni. Una bella lezione per chi si costruisce un mondo a sua misura, fittizio e immaginato e senza ostacoli.
Un testo chiaro e filosoficamente accessibile dedicato alla questione del realismo in filosofia - ma non solo. Ferraris ci dice che il realismo è positivo, e non soltanto una teoria che mostra che il mondo sopravvive alla nostre interpretazioni: il mondo ci dice già, se sappiamo ascoltarlo, che direzione prendere e come cominciare a costruire dell'altro. Veramente interessante, e consigliato a tutti.
Recensioni
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